Martina Vazzoler, sulla passione per il Made in Italy ha costruito una bottega digitale, un marketplace dove raccoglie il meglio della manifattura italiana – www.e-italy.com. Successivamente ha deciso di scrivere questo libro “Vendere online con la mappa del marketplace”, edito Hoepli, una risposta necessaria emersa dall’analisi delle difficoltà con cui le microimprese, artigiani e PMI, devono destreggiarsi per sviluppare una strategia efficace e a misura della loro medio/piccola realtà produttiva.
Definiti da Martina, gli autostoppisti del web, il popolo delle microimprese, in Italia, costituisce ben il 99% del tessuto produttivo ma spesso è “orfano di una strategia digitale di successo e di un mezzo consono per realizzarla…”.
Nel capitolo dedicato agli autostoppisti del web(così vengono chiamati gli artigiani ed imprenditori delle PMI), analizza in modo chiaro, anche per coloro che hanno poca dimestichezza con il marketing e le sue terminologie, i punti di forza e di debolezza delle microimprese, portando in evidenza le peculiarità innegabili che le contraddistinguono:
- Dimensione piccola
- Forte vocazione alla personalizzazione
- Indole all’innovazione del prodotto
Il risultato? L’eccellenza del prodotto che contraddistingue il Made in Italy nel mondo, che nella coscienza collettiva mondiale è ormai sinonimo di qualità.
E allora come riuscire a proporre e vendere i prodotti di pregio della manifattura italiana in modo efficace? Questo libro è stato disegnato da Martina Vazzoler, su misura, “come un abito sartoriale”, per tutti i piccoli imprenditori ed artigiani.
L’autrice spiega in modo intuitivo le dinamiche del web e dell’e-commerce e quali strumenti utilizzare in base alla proprie disponibilità finanziarie; dall’analisi della propria struttura e delle proprie risorse, alla scelta degli strumenti più efficaci, per disegnare la giusta strategia ed evitare inutili sprechi di tempo e denaro. Il libro è uno strumento per riscoprire il web come un terreno più familiare, a cui approcciare con disinvoltura e con la capacità di scegliere ed utilizzare gli strumenti più consoni al proprio business.
In questa strategia, per disegnare al meglio il proprio e-commerce, la scrittrice consiglia, come primo approccio, l’uso dei Marketplace esistenti, una valida e meno onerosa alternativa alla costruzione di un proprio sito web con e-commerce, che potrebbe essere un passo successivo del percorso aziendale all’internazionalizzazione.
Altro regalo importantissimo, che Martina fa ai suoi lettori, è una mappa di tutti i marketplace, prima e unica mappature di tutte le piattaforme di e-commerce presenti a livello europeo.
La parte conclusiva del libro, per essere sincera, l’ho letta mentre scrivevo la recensione e vi ho trovato un messaggio importante che voglio riassumere in questi punti:
- Consapevolezza
- Collaborazione
- Evoluzione
Consapevolezza delle microimprese di essere una fondamentale realtà produttiva per il paese che, però, necessita di una compattezza, tra tutti i suoi attori, per acquistare maggior peso nelle decisioni globali a favore dell’economia dell’Italia ed innescare una nuova prospettiva di evoluzione del Made in Italy.
Il primo convegno Netcomm Focus Lifestyle ‘Rivoluzione digitale: opportunità e sfide per le aziende della moda, del beauty e del design’ organizzato da Netcomm in collaborazione con Pambianco e svoltosi a Milano, ha condotto, insieme a interlocutori e aziende del mercato, un’analisi della trasformazione in atto nelle imprese dei settori simbolo del Made in Italy che vogliono cogliere le opportunità offerte dall’ecosistema digitale, esaminando quali sono i nuovi fattori competitivi di successo.
Negli ultimi anni il mercato dell’e‐commerce si è ampliato estendendo la propria offerta anche a settori inizialmente molto lontani come il fashion, il food, il design.
Sono proprio le categorie merceologiche che intercettano nicchie mondiali quelle ad avere oggi la maggiore potenzialità di successo e non a caso le aziende del Made in Italy stanno integrando il
canale digitale nei loro processi di espansione globale.
“Questo Focus è il primo di una serie di appuntamenti verticali che Netcomm organizzerà nei prossimi mesi per supportare l’evoluzione digitale e la competitività di alcuni settori chiave del Sistema Paese”, spiega Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Il digitale non è il futuro ma è già il presente: basti pensare che nel 2016 sono stati acquistati nel mondo beni e servizi online per circa 2.600 miliardi di dollari, coinvolgendo circa 1,5 miliardi di online shopper”.
David Pambianco, AD di Pambianco Strategie di Impresa, ha dichiarato: “Abbiamo deciso, in
partnership con Netcomm di dedicare ai settori moda, beauty e design un summit che analizzi ed
approfondisca le sfide e le opportunità offerte dal digitale. Ritengo che oggi saper gestire al meglio
questa rivoluzione sia strategico per aziende come quelle lifestyle in cui l’immagine e la relazione
con i propri consumatori sono leve di successo fondamentali”.
Lo sviluppo del settore lifestyle
Analizzando gli acquisti e‐commerce di prodotti lifestyle a livello globale, si nota come dal 2015 a
oggi seguano tutti un trend di crescita, seppure a velocità diverse: il fashion ha registrato un incremento di circa il 42% per un valore di 391 miliardi di dollari, seguito dal beauty con il 42% pari a 84,5 miliardi e infine il design che registra una crescita di oltre il 36%con 133 miliardi di dollari.
Questi dati di crescita non sono però ancora sufficienti per considerare il settore dell’e‐commerce
maturo o capace di esprimere appieno le sue potenzialità, dato che oggi solo il 7,5% degli acquisti
si finalizza in questo canale e quello fisico rimane prevalente rispetto all’online.
Il digitale è dunque la strada necessaria per le aziende che vogliono competere con successonei prossimi anni, e la rivoluzione digitale non è uno scenario a medio lungo termine ma un fenomeno che sta già cambiando profondamente i consumatori e il modo di fare impresa.
Per questo le aziende si sono rese conto che la vera ricchezza, e lo strumento che permette loro di continuare a crescere, è il consumatore con il quale, attraverso il canale digitale è possibile interagire e contemporaneamente soddisfare le sue aspettative di e‐shopping.
È egli stesso che desidera una relazione puntuale, costante, interattiva con il brand e pertanto oggi l’online deve essere considerato come un canale di vendita e di contatto, capace di profilare in modo estremamente puntuale l’utente.
Il nuovo consumatore digitale pretende di parlare con l’azienda in modo
immediato e diretto, attraverso una pluralità di interfacce (negozio fisico, negozio online, social, app,
etc.) vivendo un’esperienza unica e personalizzata.
“Per questi settori del Made in Italy il digitale è una scelta propulsiva potente” afferma Roberto
Liscia, Presidente di Netcomm. “È necessario che le imprese sappiano fare rete e si avviino verso unpercorso di cambiamento. La valorizzazione dei distretti e delle vie della moda italiane attraverso
piattaforme online, come già è accaduto per esempio ad Amsterdam, consentirebbe ai consumatori
italiani ma anche e soprattutto ai turisti stranieri, di poter continuare l’esperienza di acquisto una
volta tornati a casa e creerebbe un forte legame con il brand. Sono speranzoso che le imprese che
non l’hanno ancora fatto inizino un percorso di digitalizzazione: la rivoluzione dell’e‐commerce è già
iniziata ed è in atto un cambiamento sistemico di acquisto e di offerta. Le aziende che non
riusciranno ad abbracciarlo metteranno a rischio la propria competitività e sopravvivenza”.
L’interazione offline e online crea valore.
Se consideriamo il segmento luxury,l’online influenza oltre un terzo delle vendite retail totali, con una
rilevanza in crescita anno su anno; nel 2016 la percentuale e‐commerce sul fatturato globale retail è stata del 36%, di cui il 7,4% da vendite realizzate direttamente online
e il 28,5% da acquisti conclusi in store ma guidati dall’online.
Inoltre, gli e‐shopper che utilizzano un solo canale hanno un comportamento di acquisto meno intenso di chi ne usa almeno due; questi ultimi infatti fanno registrare una spesa media annua superiore.
Il punto vendita fisico è diventato strategico per l’online.
In un contesto così in evoluzione anche il punto vendita fisico si deve ridisegnare e ridefinire,
garantendo una continuità nell’esperienza del consumatore, anche quando questa transita da un
canale all’altro. Il canale fisico è, infatti, entrato nell’online ma anche l’e‐commerce sta portando
innovazione digitale al canale fisico migliorando il servizio offerto al consumatore, l’esperienza con
il brand e il traffico online, prima, durante e dopo la fase di acquisto; in sintesi creando un ecosistema di unified commerce.
Non a caso su un’analisi di oltre 44.000 negozi in Italia, 22.000 sono risultati attivi con servizi legati all’e‐commerce dove, tra quelli maggiormente proposti, circa il 20% è rappresentato
dal ritiro degli acquisti online, il 4,6% da quelli prenotati online e una percentuale appena
sopra l’11% dai servizi abilitati al reso.
Se si guarda invece il settore merceologico, i negozi dei prodotti lifestyle risultano
tra i più attenti a offrire un’esperienza immersiva, tanto che il 53% dei punti vendita che erogano servizi legati all’e‐commerce è relativo al fashion, l’11% al luxury, il 9% all’arredamento e infine il 2% al beauty.
“Nell’industria del lusso l’offerta online è ormai molto ampia e con una vastissima estensione dei
prezzi, ad esempio dai 25$ della Tote bag di Ralph Lauren ai 50.000$ delle borse Hermès” , dichiara
Marco Pozzi, Senior Advisor di Contactlab. “Tuttavia la crescita del canale e‐commerce sta iniziando a rallentare, soprattutto nelle geografie anglosassoni, e sempre più ai brand conviene focalizzare l’attenzione sul customer engagement digitale dei clienti che acquistano in negozio, che è dimostrato comprino più frequentemente e spendano di più. Tuttavia i contenuti su web, social e digital direct marketing oggi appaiono ancora molto standardizzati, e spesso a livello locale c’è ben poco oltre alla mera traduzione. La nuova sfida è quindi quella di aumentare il livello di personalizzazione dei contenuti, utilizzando anche le forze già in campo come i sales associate, già presenti in tutti i negozi del mondo e con la migliore conoscenza dei clienti: il clienteling è la nuova Digital Frontier”.
Nei prossimi mesi Netcomm e ContactLab metteranno insieme le proprie competenze per la creazione di un Osservatorio che avrà l’obiettivo di monitorare i settori del Fast Luxury & Fast Fashion, evidenziandone le peculiarità, gli sviluppi e le evoluzioni guidate dal digitale.
A Natale ogni colletta vale. Che sia per i parenti, per un gruppo di amici, per un caro che si trova lontano, per una donazione benefica. Un trend in crescita stando ai dati relativi a dicembre dello scorso anno di Le Pot Commun, la start-up francese da cui è nata Collettiamo.it, la piattaforma per la raccolta di denaro online: le collette virtuali in corrispondenza delle festività natalizie sono infatti aumentate in media del 20%.
Un dato interessante e un trend in continuo aumento che fa immaginare un andamento simile per il prossimo dicembre 2016, vista la sempre maggiore propensione al digitale e all’uso di internet in generale, soprattutto nell’ambito dell’e-commerce e del crowdfunding.
Con Collettiamo.it si possono fare regali mirati, condividendo in gruppo le spese, evitando di far recapitare, ad esempio, un oggetto inutile o indesiderato. “Le collette online accorciano le distanze. Chi di noi non ha parenti o amici lontani?” commenta Serena De Luca, Country Manager Italia. “Con pochi semplici passaggi, è possibile far arrivare il nostro pensiero a chi ci sta a cuore, che si trova lontano, magari oltreoceano”.
Capita spesso che le persone, in particolare i più giovani, preferiscano ricevere una somma in denaro da spendere come preferiscono. In questo caso, è sufficiente che, con il passaparola, chiedano a una cerchia di amici e parenti, i quali possono finalizzare velocemente e in modo semplice il regalo. Oppure, perché no, la colletta può rimanere segreta, per fare una sorpresa, sempre comunque gradita, a una persona cara ma lontana da noi. Il biglietto di auguri viene personalizzato dall’organizzatore e sottoscritto dai partecipanti alla colletta.
Su Collettiamo tutti i pagamenti avvengono in totale sicurezza tramite la piattaforma di pagamento elettronico S-Money e il sistema di verifica 3D Secure. Senza dimenticare che la commissione proposta é una delle più basse del mercato delle collette online.
eBay compie 20 anni venti anni regalandosi una festa con tutta la sua community, composta da imprese di ogni dimensione, utenti privati e organizzazioni di beneficenza che ogni giorno utilizzano la sua piattaforma di e-commerce.
eBay, nato 20 anni fa dall’hobby di un programmatore di software, raccoglie 25 milioni di venditori e 157 milioni di acquirenti attivi a livello globale, diventando uno dei marketplace più dinamici al mondo.
La community eBay è cresciuta anche in Italia con oltre 4,5 milioni di acquirenti attivi e 26mila venditori professionali. Nel solo 2014 i venditori “milionari”, quanti cioè che hanno realizzato un fatturato pari o superiore a 1 milione di dollari, sono cresciuti del 20%.
Claudio Raimondi, General Manager di eBay in Italia:
“Grazie all’idea di Connected Commerce, quella di un commercio reso possibile dalle persone, alimentato dalla tecnologia e aperto a tutti, eBay ha permesso a tante aziende in Italia di crescere e avere successo. La dimostrazione è data dal numero di aziende italiane che nel corso dell’ultimo anno ha realizzato un fatturato pari o superiore a 1 milione di dollari: ben 88 venditori italiani sulla nostra piattaforma hanno raggiunto questo straordinario traguardo, circa il 20% in più rispetto all’anno precedente, con le categorie Casa e Arredamento, Abbigliamento, Ricambi Auto e Moto ed Elettronica di consumo a trainare la crescita”.
Numeri e storie di successo che eBay celebra presentando “20 di passioni” un progetto editoriale inedito che consiste nella produzione di un eBook e racconta i 20 Anni di eBay attraverso le storie di 20 utenti italiani che hanno scelto di comprare, vendere e raccogliere fondi per progetti di beneficenza tramite il sito.
Grazie alla penna ironica di Pulsatilla, scrittrice e sceneggiatrice, e alla mano visionaria di Stanga, illustratore che si divide tra Milano e Berlino, è nato un libro di racconti brevi, scaricabile gratuitamente da eBay.it che, simbolicamente, evidenzia come il successo dell’azienda non possa prescindere dall’esperienza personale di quanti con passione ogni giorno animano la community di eBay.
Tra le storie raccontate nell’eBook c’è quella di Cravattamania, piccola azienda familiare attiva sin dagli anni ‘40 e sbarcata su eBay nel 2007.
Alessio Zanussi ha raccontato:
“Con Cravattamania proseguo anche online l’attività che da generazioni caratterizza la nostra famiglia, ovvero la vendita e produzione di cravatte e accessori Made in Italy per uomo, donna e bambini. Circa 10 anni fa ho sentito l’esigenza di espandere la nostra azienda familiare sul web e oggi la nostra attività su eBay pesa per oltre un terzo di tutto il fatturato. Questo passaggio ci sta dando l’opportunità di far conoscere la nostra realtà di piccola azienda in tutto il mondo”.
Anche il mondo del no-profit, settore per il quale eBay è da sempre impegnata in prima linea, trova spazio nell’eBook con la storia di Amnesty International, tra le prime ONG ad organizzare aste di beneficenza su eBay.it.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia:
“Il Progetto Desideri all’Asta è nato su eBay con lo scopo di raccogliere fondi in modo innovativo attraverso aste di beneficenza uniche e divertenti. Ideata per la prima volta nel 2001, l’iniziativa è ormai diventata l’appuntamento natalizio di Amnesty International Italia su eBay.it. Un traguardo importante per un progetto che è riuscito a raccogliere fondi per oltre 270 mila Euro e che ci ha permesso di sostenere numerose campagne di sensibilizzazione in difesa dei diritti umani nel mondo, come Non Sopportiamo la tortura, Bambini da salvare, Io non discrimino, Mai più violenza sulle donne e Control Arms”.
Infine, in occasione del ventesimo anniversario eBay ha presentato eBay 4.0, la nuova app per iOS e Android che crea un modo più facile e personalizzato di curiosare e comprare online, aiutando tutti gli utenti a vivere un’esperienza d’acquisto veramente guidata dall’ispirazione, ovunque si trovino e in qualsiasi momento vogliano. Nel futuro dell’eCommerce, infatti, c’è sempre di più il mobile: nei primi sei mesi del 2015, in tutto il mondo, su eBay, il mobile ha generato transazioni pari a 16 miliardi di dollari, contro i 28 miliardi generati in tutto il 2014, quando sono state create 1,2 miliardi di inserzioni.
Coffee Time oggi parla del progetto europeo NADINE in grado di creare algoritmi e metodi per analizzare le attività online al fine di individuare le relazioni tra soggetti, paesi e persino beni di scambio
Internet è attualmente formato da oltre 50 miliardi di pagine collegate tra loro in modo tale da formare un vasto paesaggio virtuale. Ogni interazione fornisce dati che, quando vengono scomposti e analizzati, permettono di osservare e capire un’ampia gamma di attività umane, da quelle culturali a quelle economiche. Per questo motivo è stato attivato, nell’ambito dello schema “Tecnologie Future ed Emergenti” dell’UE, il progetto NADINE New tools and Algorithms for DIrected NEtwork analysis) che contribuisce allo sviluppo di nuovi tipi di motori di ricerca, ponendo l’Europa al vertice in questo importante settore.
“Stiamo cercando di mappare la rete per mostrare come le pagine sono collegate tra loro e come le persone usano questi collegamenti nei loro viaggi attraverso la rete,” ha affermato il coordinatore del progetto NADINE, Dima Shepelyansky, direttore della ricerca presso il Laboratoire de Physique Théorique, CNRS Toulouse. Il progetto usa vari strumenti, alcuni dei quali forniti da Google, per mostrare quante pagine sono collegate tra di loro. In questo modo si possono determinare, per esempio, le probabilità che siano visitati determinati siti, che siano effettuate certe scelte, che si acquistino oggetti o si voti in un certo modo.
Per sviluppare e testare le loro metodologie, i ricercatori hanno osservato gli articoli biografici di Wikipedia, valutando la possibilità di catalogare le persone consultate in ordine di influenza. Essi hanno analizzato i contributi redatti in 24 lingue principali, considerando il numero di articoli che rimandano a singoli individui secondo il sistema PageRank di Google, che ritiene una pagina “importante” se ad essa rimandano altre pagine importanti.
Questo processo ha fatto emergere un caso curioso ed interessante: il personaggio più referenziato risultava essere lo scienziato Carl Nilsson Linnaeus (noto agli italiani come Linneo), un medico, botanico e naturalista svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi. Proprio per questa sua opera scientifica sono stati stabiliti numerosi collegamenti indirizzati verso la sua pagina e provenienti da ogni pagina di Wikipedia dedicata a piante e animali (e questo riscontro ha alterato i risultati). I ricercatori hanno quindi deciso di introdurre il CheiRank, che calcola l’importanza di una pagina in base al numero di collegamenti in uscita. Integrando i due sistemi citati, i ricercatori hanno definito un modo scientifico accettabile per misurare l’importanza di una pagina. I metodi sviluppati possono anche rilevare le comunità web auto-organizzate e collegate.
Esaminando le modalità con le quali i collegamenti (verso e da una pagina) possono mostrare come vengono scambiate le informazioni, il progetto ha applicato i nuovi risultati all’analisi dei flussi commerciali. Dima Shepelyansky ha spiegato che “NADINE ha usato la banca dati del commercio mondiale delle Nazioni Unite, che contiene i dati degli ultimi 50 anni. Abbiamo sviluppato un nuovo modo di analizzare lo scambio commerciale di 61 prodotti tra i paesi dell’ONU, determinando la sensibilità dell’equilibrio commerciale alle variazioni di prezzo”.
NADINE è un’iniziativa che riunisce in partnership un gruppo di fisici teorici, matematici e informatici di Francia, Italia, Paesi Bassi e Ungheria, quindi il finanziamento transnazionale dell’UE è stato indispensabile per costituire un’equipe di scienziati provenienti da discipline e paesi così diverse.
Di Redazione ViralCaffè
Hotels.com, azienda leader nella prenotazione di hotel online, ha stimato che nel 2014 un quarto delle prenotazioni globali sono state effettuate da dispositivi mobile, coinvolgendo tutti i brand del gruppo Expedia.
Dal 2011, le applicazioni di Hotels.com, ottimizzate per tutti i sistemi operativi mobile, sono state scaricate più di 40 milioni di volte. E’ l’Asia il paese che effettua più acquisti di viaggi tramite mobile mentre in Europa il primato è tenuto dalla Gran Bretagna (41%), seguita dalla Germania (26%). L’Italia occupa invece il terzo posto insieme ai Paesi Bassi (24%).
Gli italiani usano sia smartphone che tablet per acquistare on line i loro viaggi e infatti i dati de l’Hotel Price Index di Hotels.com mostrano che le prenotazioni effettuate su Hotels.com in Italia tramite dispositivi mobili sono più che raddoppiate nel 2014. I viaggiatori italiani si sentono sempre più a proprio agio ad utilizzare i dispositivi mobili per ogni tipologia di prenotazione, sia che si tratti di un breve soggiorno nelle città europee, di un viaggio zaino in spalla in Asia o di un viaggio on the road in America.
La destinazione internazionale più acquistata tramite mobile dagli italiani nel 2014 è stata Barcellona mentre quella che ha permesso un risparmio del 30% grazie all’acquisto on line è stata Tenerife, con un prezzo medio di €81. Nel panorama europeo, Varsavia è stata la città più scelta per la convenienza dell’offerta tramite mobile, mentre negli Stati Uniti la città più a buon prezzo è stata Orlando, con un costo medio di €72.
Netcomm, il consorzio italiano per il commercio elettronico, ha creato Netcomm e-Travel district, un hub digitale per aggregare le start up del settore turismo. Il Netcomm e-Travel district, presentato nell’ambito dell’e-commerce Forum da poco concluso, mette a disposizione delle start up una piattaforma tecnologica, un consistente volume di potenziali clienti e un network che coinvolge i principali player nazionali del settore.
Il Presidente di Netcomm Roberto Liscia ha affermato: “Si tratta della prima iniziativa di questo genere interamente dedicata al mondo del turismo. Il mercato turistico italiano vale 110 mld di euro, ma meno del 10% è realizzato in e-commerce. In altre nazioni tale percentuale raggiunge e supera il 50%. Vi sono quindi margini enormi di crescita e ampio spazio per gli attori italiani attivi nell’e-travel e per le startup del settore. Per questa ragione siamo oggi qui a promuovere la nascita del Netcomm e-Travel district, un vertical industriale le cui ambizioni e opportunità sono davvero enormi”.
Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano, tra il 2008 e il 2014 risultavano attive a livello mondiale nel business del turismo 162 start up, che sono riuscite a raccogliere 1,8 miliardi di dollari di finanziamenti. Il 45% di queste con un focus relativo al “viaggio”, il 26% specializzate nella “prenotazione”, il 12% nella “ricerca e scelta”, il 6% dedicate alla “preparazione al viaggio”.
Partner dell’iniziativa insieme a Netcomm sono eDreams ODIGEO, l’online travel agency leader di mercato in Europa, e Amadeus, azienda leader nella distribuzione e nella fornitura di tecnologie avanzate per l’industria globale dei viaggi e del turismo.
Francesca Benati, A.D. e Direttore Generale di Amadeus Italia e Consigliere Netcomm con delega al Turismo, ha invece così commentato: “Partecipiamo con grande entusiasmo a questa iniziativa proprio con l’obiettivo di sostenere sia le startup ma anche le agenzie tradizionali, accompagnandole nella naturale evoluzione digitale. Peraltro, teniamo a battesimo l’e-Travel district proprio nell’imminenza di EXPO2015, che la filiera del turismo deve essere in grado di cogliere come occasione unica per innovare con nuovi paradigmi in un dialogo più immediato con il mercato”.
Attraverso il Netcomm e-Travel District, le start up potranno usufruire di servizi di consulenza strategica, dall’ottimizzazione del modello di business, all’implementazione dei processi di funzionamento dell’azienda, fino all’internazionalizzazione dell’offerta. Il vantaggio tecnologico è che potranno accedere immediatamente alle piattaforme di eDreams ODIGEO, come spiega Angelo Ghigliano, Country Director di eDreams ODIGEO Italia: “Permetteremo a queste nuove aziende di offrire i loro servizi ai milioni di utenti che abitualmente utilizzano i nostri portali, come già abbiamo fatto con start up come pecoraverde.com e weekendagogo, raggiungendo ottimi rislultati. Se uno dei principali problemi per una start up è quello di farsi notare dai suoi potenziali clienti, la nostra scelta di supportare l’e-Travel fornirà una soluzione a questa primaria esigenza”.
eBay ha delineato l’identikit delle mamme italiane grazie all’analisi dei consumi effettuati per sé e per la propria famiglia sul suo marketplace. eBay infatti è da sempre uno specchio attendibile dei consumi e delle tendenze in corso e dall’indagine effettuata sono emersi sei profili differenti di mamma.
Mamma Flora indica un tipo di mamma dall’animo green, attenta al benessere del pianeta e amante della natura, convinta che essere ecosostenibili voglia dire garantire una vita migliore ai propri figli. Icona di questo profilo è Gwyneth Paltrow, secondo cui il giardinaggio è un’attività attuale e può essere un bellissimo gioco da fare insieme ai bambini per sensibilizzarli al rispetto della natura. Come dimostra eBay.it, le vendite di questa categoria sono aumentare del 10% nel 2014 rispetto al 2013, con un oggetto venduto ogni minuto: in particolare si comprano semi, componenti per l’irrigazione e, per quanto riguarda le piante, i bonsai hanno un grandissimo successo.
La Sporty Mum invece è rappresentata dall’attrice, moglie e sport-addicted, Kate Hudson, che mai potrebbe rinunciare alla cura del proprio corpo. Il mantra di questo tipo di mamma è Mens sana in corpore sano, in un’ottica più di benessere che di forma. Per questo Yoga e Pilates sono discipline molto praticate dalle mamme di oggi e lo dimostra la vendita su eBay a livello mondiale di oltre 530.000 jumpsuit e quasi 430.000 pantaloni per fare yoga, con una media di un oggetto per fitness venduto ogni 83 secondi.
Essere mamma vuol dire essere anche multi-tasking e quindi dover gestire più situazioni contemporaneamente, oltre ai propri figli. eBay offre oggetti che agevolano le mamme nella loro quotidianità, come la scelta fra oltre tremila robot da cucina, elettrodomestico che le permette di garantire alla sua famiglia preparazioni come fatte in casa in poco tempo; o una vasta gamma tra passeggini, seggiolini e fasce porta-bimbi per trovare quello più adatto alle sue esigenze e a quelle del suo bambino. L’icona di questo profilo non poteva che essere l’attrice Angelina Jolie, mamma di sei bambini.
Esiste anche una Mamma principessa dal carattere romantico e fantasioso. E anche in questo caso eBay è il posto giusto per questo tipo di mamma perché, grazie al settore fai da te, asseconda la sua creatività. Infatti, un oggetto dedicato a qualche hobby creativo è acquistato ogni 87 secondi. Ma il romanticismo di queste mamme le porta anche ad acquistare capi per il corredo dei loro bambini, come insegna Kate Middleton, che è solita acquistare per il principino George capi firmati dalla stilista britannica Cath Kidston: le vendite dei suoi maglioncini ispirati alle favole sono salite alle stelle nel 2014, con più di 107.000 articoli venduti nel corso dell’anno.
La Fashionist Mummy -che ricorda Victoria Beckam- è la neomamma in dolce attesa che non rinuncia allo stile, né per sé né per il figlio in arrivo. Su eBay.it la categoria Abbigliamento premaman è in netta crescita: + 8% nel 2014 rispetto al 2013. E negli ultimi anni è sempre più in voga la tendenza di vestire i figli come i genitori: anche per il 2015 via libera a denim e soprattutto a sneakers per grandi e piccini.
Infine non poteva mancare la Mamma tecnologica. Lo dimostra la vendita dei wearable tech, sempre più diffusi: 370.000 Fitbits e i quasi 25.000 Google Glass acquistati su eBay in tutto il mondo nel corso del 2014. Marissa Mayer, Amministratrice Delegata di Yahoo, è il mito di questa categoria di mamme, che non rinuncia all’ultimo modello di smartphone e all’accessorio per Ipad da abbinare con il passeggino.
Sei profili diversi, ognuno con le proprie caratteristiche, dai quali emerge la figura di una mamma moderna, attenta alla cura della famiglia ma che non rinuncia alle sue esigenze personali e professionali.
PayPal ha realizzato una campagna pubblicitaria rivolta alla televisione italiana, francese e spagnola per sensibilizzare maggiormente all’e-commerce e al pagamento da mobile.
PayPal vuole mostrare la semplicità del commercio elettronico, che sta nella sua immediatezza e nella possibilità di fare acquisti a prezzi più convenienti di un negozio tradizionale, garantendo comunque servizi efficienti come il reso e il relativo rimborso. Così facendo favorisce l’e-payment e rafforza quindi la propria immagine tra i consumatori finali.
L’obiettivo della campagna pubblicitaria è stato così motivato da Angelo Meregalli, General Manager di PayPal Italia: “Con questa campagna vogliamo incoraggiare i nostri utenti a pagare di più con PayPal e invitare nuovi clienti a utilizzarci. Grazie a questo annuncio potremo avvicinarci ai consumatori e mostrare loro cosa possono aspettarsi da noi: la comodità, la sicurezza e la velocità durante i pagamenti on-line.” La campagna rientra nel progetto lanciato da PayPal un anno fa, il cui asse principale è la People Economy, una visione innovativa e alternativa di come le persone percepiscono e gestiscono realmente il loro denaro.
Il protagonista della pubblicità rappresenta il prototipo del consumatore che, ripreso nella sua quotidianità, si trova a confrontarsi in modo umoristico con l’e-commerce, fil rouge della campagna. Favorendo un’empatia con il consumatore reale, viene mostrato come pagare con PayPal sia molto più vantaggioso che pagare con la carta di credito. PayPal garantisce infatti sicurezza, un programma di rimborso delle spese di reso e il suo programma di protezione del cliente nel caso in cui il prodotto non arrivi a destinazione o non sia conforme alla descrizione.
Paul Boulange, direttore digitale di Havas Worldwide Paris, che ha curato la campagna pubblicitaria, ha affermato: “Siamo molto entusiasti di questa nuova collaborazione con PayPal. Siamo lieti di lavorare a stretto contatto con loro per il lancio della prima campagna TV in Francia, Italia e Spagna. I pagamenti stanno cambiando, per questo il messaggio principale che la campagna vuole lanciare è: se il modo i cui si fa shopping è cambiato, perché dovremmo continuare a pagare ancora come prima?”.
Il tipico cliente di e-business dispone di un notevole potere, conferitogli dalle informazioni, che gli consente di pretendere elevati livelli di servizio, una sofisticata personalizzazione dell’offerta ed una reattività immediata da parte dei fornitori e dei partner-in-business. E’ un complesso articolato di forze descritto in questa puntata de Il Caffè Sospeso da Gian Franco Stucchi
Una strategia d’impresa che prenda in seria considerazione l’e-business è ormai una caratteristica comune a tutte le aziende. Innescato da Internet, in fondo un fenomeno tecnologico, l’e-business ha trasformato il mondo delle aziende, eleggendo a proprio sovrano il cliente, soprattutto di alto profilo e tecnologicamente avanzato (oltre che attrezzato). Il tipico cliente di e-business, sia esso un consumatore finale (B2C) o un’azienda (B2B), dispone infatti di un notevole potere, conferitogli dalle informazioni, che gli consente di pretendere elevati livelli di servizio, una sofisticata personalizzazione dell’offerta ed una reattività immediata da parte dei fornitori e dei partner.
Questo cambiamento paradigmatico del mercato sta causando effetti notevoli sulle aziende di produzione, anche su quelle che subappaltano a terzi le operazioni di produzione dei beni, pur restando responsabili dei prodotti di fronte al cliente. Il cliente di e-business è molto “attento” al rapporto: chiede prodotti sempre più personalizzati, tempi di consegna sempre più rapidi ed un accesso immediato (e seamless, senza “traumi”) allo stato dei propri ordini: in definitiva si aspetta che le aziende che svolgono la propria attività sul Web soddisfino al meglio le sue richieste dato che questa è la “promessa” (o la scommessa?) dell’e-business.
Per avere successo le aziende devono elevare i loro gradi di velocità, flessibilità e trasparenza sia a livello di sistemi di back-end che di processi di evasione degli ordini. Ne discende l’esigenza di nuovi sistemi informativi di stabilimento in grado di supportare i nuovi requisiti produttivi indotti dall’e-business.
Con la riduzione del ciclo di vita dei prodotti e la possibilità, data ai clienti, di configurare e personalizzare il prodotto desiderato al momento dell’ordine (affermazione del modello Build To Order o BTO), le operazioni di evasione si basano sempre più sulla capacità di produzione dell’azienda anziché su quella di stoccaggio. Tuttavia molte imprese presentano una grave discontinuità nella “pipeline” informativa, dato che il software per la gestione aziendale e quello di sostegno delle operation logistiche/produttive risulta privo di adeguate funzionalità a livello di stabilimento.
Addirittura gli stabilimenti di produzione dotati di sistemi meno recenti (i legacy system) si rivelano costellati di veri e propri “buchi neri” informativi, creando in tal modo una lacerazione significativa nel flusso ininterrotto di informazioni (di prodotto e di processo), una risorsa fondamentale per il successo dell’e-business. Per rimediare alla “sindrome da buco nero” è necessario dotarsi di sistemi di stabilimento in grado di supportare nuovi livelli di flessibilità, di trasparenza delle informazioni, di comunicazioni immediate, di alta affidabilità e standardizzazione. La maggior parte dei sistemi IT di stabilimento e delle architetture attualmente esistenti non sono ancora in grado di garantire pienamente questi requisiti, ma i produttori di software d’impresa – sia di tipo ERP che di classe Best-of-Breed (BOB) – hanno esteso le funzionalità offerte, anche tramite un intenso utilizzo delle tecnologie Web, per supportare i nuovi modelli strategici di gestione aziendale.
Una notevole attenzione è stata dedicata al front-end del processo di e-business, consentendo ai clienti d’ordinare prodotti direttamente via Web e, a tal fine, sono stati resi disponibili sofisticati sistemi di interazione bidirezionale tra impresa e cliente. Nonostante ciò, con l’e-business sono i processi e i sistemi di back-end, ovvero quelli responsabili dell’evasione degli ordini e delle altre operation, a trovarsi nell’occhio del ciclone generato dalla turbolenza del mercato. Ricevere ordini tramite Internet è la parte più facile del lavoro: il difficile è realizzare prodotti mantenendo le promesse implicite in questi ordini.
Cresce sempre più il numero delle aziende che non possono evadere gli ordini dei clienti semplicemente spedendo a magazzino i prodotti disponibili in grandi quantità.
Questo fenomeno accade innanzitutto perché i livelli di inventario sono stati ridotti drasticamente grazie a sofisticate pratiche di gestione delle supply chain e, in secondo luogo, perché gli ordini cliente di e-business sono sempre più personalizzati.
Dato questo scenario, gli stabilimenti di produzione devono realizzare prodotti in grado di soddisfare ogni singolo ordine cliente esattamente come promesso, cercando allo stesso tempo di rispettare i lead time. Ne deriva la necessità di compiere un notevole sforzo di integrazione dei sistemi logistici-produttivi-informativi per realizzare un alto livello di rapidità e di visibilità dei processi di e-business. Realizzare prodotti mantenendo le promesse dell’e-business mette infatti alla prova gran parte dei processi e dei sistemi informativi aziendali.
Per diventare competitive nel mondo dell’e-business, le aziende devono infatti raggiungere nuovi livelli di velocità, flessibilità e trasparenza nei propri processi aziendali di evasione degli ordini.
– La velocità. Per velocità si intende la rapidità e l’accuratezza nell’esecuzione di un processo di business. Raggiungere un’alta velocità presuppone un flusso di informazioni istantaneo ed ininterrotto, che scorra tra tutti gli anelli della catena di evasione degli ordini. Questo non solo assicura operazioni veloci, ma garantisce anche una consistente sovrapposizione delle attività che consente di ridurre drasticamente i lead time globali della supply chain.
– La flessibilità. La flessibilità si riferisce alla facilità e alla prontezza con cui un processo aziendale – e i sistemi che lo supportano – si adattano ai cambiamenti significativi che possono interessare l’azienda. Questi cambiamenti possono coinvolgere tendenze di mercato (per esempio un aumento della domanda), la concorrenza da parte di nuovi prodotti o l’introduzione di una nuova tecnologia di prodotto o processo. Le aziende che riusciranno ad essere flessibili saranno in grado di adattarsi ai cambiamenti determinati da clienti sempre più esigenti, espandendo i servizi a valore aggiunto in modo che ciascun prodotto garantisca la qualità e le informazioni atte a tenere traccia della propria genesi oppure a recepire le modifiche “last-minute” per gli ordini personalizzati. La flessibilità è anche l’abilità di evolvere nel tempo, in modo che processi e sistemi siano in grado di supportare le nuove esigenze di business, non appena queste si presentano.
– La trasparenza. Per trasparenza si intende la capacità di garantire una visibilità totale per quanto riguarda le informazioni e le attività a tutti i soggetti coinvolti nella supply chain di e-business, siano questi clienti, fornitori, reparti interni o dipendenti. Per avere successo nell’e-business, non possono esistere buchi neri di informazioni o luoghi in cui si nascondono problemi. La trasparenza è anche un fattore chiave della velocità e della flessibilità. Disporre di una visibilità istantanea sulle informazioni appropriate consente non solo di reagire più rapidamente, ma anche di anticipare gli eventi. Ciascun soggetto della supply chain di e-business, dai fornitori, ai distributori, ai fornitori di logistica, ai produttori a più livelli, deve disporre internamente di queste funzionalità per agire efficacemente come forza di mercato.
– Un fattore critico di successo. Un front-end sofisticato può attirare nuovi clienti, ma nel lungo termine il successo di un’azienda dipende dalla sua capacità di soddisfare gli ordini rapidamente e in maniera affidabile, pertanto i processi produttivi di tipo tradizionale, che costituiscono il back-end, devono risultare rapidi ed efficienti quanto quelli virtuali. E’ questa una lezione che Amazon.com ha appreso a caro prezzo: dopo essere nata come business virtuale puro, la società ha dovuto aggiungere robuste capacità di stoccaggio dei prodotti offerti per ottenere il controllo sui processi di fornitura critici.
Molte aziende dispongono di strutture informative di tipo tradizionale, ma sono prive delle capacità di pianificazione e controllo richiesto dalla situazione competitiva. Questo stato dovrà necessariamente cambiare, dato che, con la riduzione dei lead time per i prodotti personalizzati o configurati e con l’aumento della complessità delle linee di prodotti, saranno sempre più i processi di produzione a determinare il successo dell’e-business. Anche le imprese di tipo online, che realizzano prodotti su misura e che subappaltano le operazioni di produzione, dipenderanno sempre più dalla velocità e dalla flessibilità delle aziende di produzione subappaltatrici.
La produzione di beni e servizi porta in sé un paradosso. Infatti le analisi di settore mostrano che, nella maggior parte delle aziende esaminate e delle supply chain prese in considerazione, l’anello debole del processo di evasione degli ordini di e-business è proprio il punto nel quale si verifica la massima creazione di valore aggiunto, ovvero le strutture ed i sistemi di produzione. Questo non significa che gli stabilimenti vengano gestiti in maniera inefficiente – infatti sono stati spesi miliardi per automatizzare e migliorare la produttività aziendale – ma che la questione critica sta nel fatto che la maggior parte dei sistemi informativi di stabilimento non sono adatti a fronteggiare le sfide del paradigma dell’e-business. Per ironia della sorte, l’ambito al quale viene destinata la parte principale degli investimenti aziendali, in termini di strutture, macchinari, materiali e manodopera, è anche quello interessato dal minore investimento in IT.
Molte grandi aziende hanno destinato budget IT notevolissimi ai sistemi amministrativi, alla gestione delle risorse umane, alla pianificazione economico-finanziaria, alla logistica distributiva, ma la produzione rappresenta – in molti casi analizzati – una discontinuità significativa nell’architettura IT aziendale. Gli stabilimenti di produzione sono raramente dotati di sistemi informativi in grado di soddisfare le promesse dell’e-business. Di norma questi sistemi sono, per certi versi, anche molto efficienti ma, per altri, si tratta di veri e propri buchi neri informativi ove un ordine – o l’intero processo di evasione all’interno dello stabilimento – può essere perso di vista. Le ragioni di questa situazione, alcune delle quali riportate nel seguito, sono quasi sempre di origine storica.
• Miscellanea di sistemi – Molti stabilimenti di produzione dispongono di sistemi centrati sulla soluzione di uno specifico problema (per esempio far funzionare una linea di produzione) o su una singola funzione (gestire o assicurare la qualità). Questa polarizzazione porta alla presenza di sistemi IT diversi, ciascuno con un proprio insieme di formati di dati e di architetture, spesso non ben documentati.
• Isole di informazioni – I sistemi di stabilimento meno recenti non sono stati pensati per consentire la condivisione delle informazioni. Essi sono raramente integrati tra loro ed operano come isole di informazioni separate, incapaci di fornire una vista completa di quanto accade in produzione.
• Solo per interni – Quasi tutti i sistemi di stabilimento sono focalizzati sulle operazioni interne e le architetture informative tradizionali sono state pensate con poca lungimiranza. Alcuni sistemi di stabilimento dispongono di un’interfaccia verso l’azienda e verso le altre applicazioni di Supply Chain Management ma la maggior parte non fornisce una visibilità completa a livello di ordini ai sistemi situati “al di fuori dei cancelli” dello stabilimento.
• Personalizzazioni – Nella maggior parte delle aziende, ciascuno stabilimento dispone di sistemi personalizzati, siano questi applicazioni sviluppate su misura o package standard profondamente modificati per adattarli alle esigenze specifiche. Questi sistemi altamente personalizzati sono difficili da integrare e poco flessibili da modificare in risposta ai cambiamenti che intervengono nei processi di business.
Nel corso degli ultimi anni, la maggior parte delle aziende di produzione ha destinato risorse considerevoli per risolvere questi problemi nei sistemi di gestione e di pianificazione aziendali.
La migrazione ai sistemi ERP e di Supply Chain Management integrati consente d’ottenere una coerenza e una trasparenza interna unitamente ad una riduzione dei costi di supporto. Lo stesso obiettivo deve ora essere conseguito dai sistemi di stabilimento: i produttori dovranno investire in sistemi in grado di fornire visibilità in tempo reale, sia internamente che esternamente, lungo tutta la supply chain, e, nel contempo, altamente e facilmente personalizzabili, per soddisfare i requisiti univoci di ciascun stabilimento e contemporaneamente supportare la standardizzazione tra i vari stabilimenti.
Il fatto che la maggior parte delle aziende non abbia ancora implementato un software di stabilimento completo potrebbe rivelarsi una fortuna. Soddisfare le varie richieste dell’e-business richiede infatti che il software di stabilimento presenti determinate funzionalità. Coloro che stanno cercando di colmare il divario tra le applicazioni IT di stabilimento e il software di produzione di e-business dovranno tenere in considerazione numerose aree chiave a fronte delle quali valutare le soluzioni attualmente disponibili. Le caratteristiche dei sistemi software di produzione di e-business dovrebbero includere:
1. Un Modeling completo. Per gestire i dettagli produttivi a livello di stabilimento, il software deve essere in grado di modellare accuratamente il processo di produzione – o i processi di produzione nel caso di Mixed (o Multi) Mode Manufacturing – e, nel contempo, essere connesso con i processi esterni di evasione degli ordini. Deve altresì gestire il flusso di informazioni completo per i processi di produzione, i prodotti e gli ordini, in un unico stabilimento o più stabilimenti e aziende subappaltatrici esterne.
2. Informazioni in-process. La visibilità di tutte le attività di produzione è un requisito cruciale ma, per rivelarsi effettivamente utile, essa non deve riguardare i dati di produzione grezzi quanto le informazioni in-process, grazie alle quali i dati vengono immediatamente sintetizzati e resi utilizzabili sotto forma di informazioni. I sistemi software di stabilimento che utilizzano le informazioni in-process producono una visibilità completa dello stato fisico e della posizione delle risorse, degli ordini e dei prodotti all’interno dello stabilimento.
3. Comunicazioni immediate. Per garantire l’efficacia richiesta dall’e-business, il sistema IT deve essere in grado di trasmettere le modifiche e le istruzioni specifiche dei singoli ordini in maniera istantanea ai soggetti o ai sistemi responsabili della produzione. Deve altresì trasmettere informazioni in-process “fuori dai cancelli” dello stabilimento, indirizzandole a coloro che hanno bisogno di conoscere lo stato dei processi, le eccezioni e lo stato di avanzamento.
4. Affidabilità, robustezza e scalabilità. L’e-business richiede un alto livello di affidabilità dei sistemi IT che supportano e assicurano la qualità dei processi. Un sistema di produzione di e-business è di tipo mission-critical, in quanto è responsabile della correttezza operativa e del funzionamento delle attrezzature. Per supportare i volumi di e-business e la personalizzazione di massa, il sistema deve anche essere in grado di scalare adeguatamente all’aumentare del numero di operatori e della caratura delle operazioni.
5. Flessibilità per evolversi e adattarsi. Grazie alle best practice aziendali, i processi di produzione cambieranno e diventeranno sempre più efficienti. Le aziende di produzione dovranno creare sistemi personalizzati flessibili il cui supporto o aggiornamento sarà curato da un ridotto staff IT interno. Esse devono essere in grado di modificare le proprie operazioni di produzione di stabilimento e fare in modo che il software possa incorporare rapidamente queste modifiche senza danneggiare l’integrità del sistema.
6. Standard aziendali. L’insieme dei vantaggi derivanti dal potere della standardizzazione è stato l’elemento trainante delle vendite di sistemi ERP. Questi vantaggi sono ora da conseguire anche negli stabilimenti, un ambito ove la standardizzazione del software non era possibile in passato in quanto la maggior parte dei package in commercio non erano sufficientemente flessibili e non erano in grado di modellare tutti i diversi “stili di produzione” in strutture informative diverse. Un sistema software di stabilimento deve essere in grado di affrontare facilmente le estensioni specifiche di un sito produttivo restando tuttavia completamente aggiornabile da parte del fornitore.
7. Gestione di più stabilimenti. Per le aziende che dispongono di più stabilimenti, l’amministrazione e la gestione dei sistemi remoti e del flusso di informazioni tra i vari stabilimenti di produzione è un aspetto di fondamentale importanza per le prestazioni globali del processo di evasione degli ordini cliente. Pertanto, il sistema deve essere in grado di gestire informazioni e risorse IT in più stabilimenti e garantire un’amministrazione ed un controllo centralizzato delle configurazioni remote, il consolidamento tra i vari stabilimenti e “viste” locali e globali.
In sostanza, un sistema di produzione di e-business deve fornire un ambiente robusto e adattabile che supporti un’ampia visibilità, in tempo reale, della supply chain e consenta, contemporaneamente, sia la standardizzazione a livello aziendale che la personalizzazione a livello di singolo stabilimento.
Questa è la sfida … ai produttori di sistemi software di classe enterprise la (non semplice) soluzione.
Gian Franco Stucchi