Sempre più aziende si stanno affacciando all’ecommerce poiché è il momento giusto. Ciò porta ad una crescita naturale della competizione nazionale e il mercato online diventa sempre più saturo. E dunque: perché non vendere anche all’estero?
Un progetto di internazionalizzazione (seppur apparentemente limitato solo all’online) è spesso sottovalutato e i problemi sono molteplici.
Immaginate all’estero, dove cambiano abitudini, costumi, religioni, culture e tanti altri aspetti!
Il primo problema è rappresentato dalla lingua. I nostri potenziali clienti vogliono parlare la loro lingua madre quando chiamano al servizio clienti, vogliono consultare e leggere un sito web non in inglese. L’azienda deve pertanto strutturarsi con del personale competente, in grado di assistere i clienti anche in orari a noi “scomodi” (a causa del fuso orario, ad esempio).
Un secondo problema da affrontare è legato ai servizi/prodotti offerti e a come questi vengono percepiti o impiegati nella cultura di riferimento. L’olio extravergine d’oliva è un condimento alla base della nostra alimentazione.
All’estero non è così scontato…
In alcune nazioni cambia anche l’uso e la frequenza degli strumenti di comunicazione.
Se in Europa e in USA il motore di ricerca di riferimento è Google, in Russia troviamo Yandex, che è anche portale di informazione, pensato per i russi.
Anche i social network cambiano: Facebook è sostituito da Vkontakte, con logiche simili ma non identiche.
Di Daniele Rutigliano – Aproweb