Appuntamento il 4 marzo al Palazzo delle Stelline a Milano con il Talk Event “Women & Digital Jobs in Europe, un anno dopo” per parlare del ruolo della donna nelle professioni digitali e per presentare l’Instant Book che raccoglie le riflessioni dell’ultima edizione.
A distanza di un anno dall’evento omonimo che si tenne presso il Parlamento Europeo, si torna a parlare del ruolo della donna quale portatrice di competenze specifiche anche nel settore dei Digital Jobs.
L’appuntamento, ideato e coordinato da Gianna Martinengo, Ceo e Founder di Didael KTS e fondatrice di Womentech-Associazione Donne e Tecnologie, sarà introdotto da Patrizia Toia, Vice Presidente Commissione ITRE, Industria, Ricerca e Energia, Parlamento Europeo, che racconterà, a un anno di distanza, come si è evoluto il mondo digitale in rapporto alle competenze espresse dalle donne.
Durante il Talk-Event sarà presentato ufficialmente, con la presenza di alcuni degli autori, l’Instant Book nato dalle riflessioni dei protagonisti dell’evento edizione 2018, arricchite dai contributi di altri player di differenti settori, tutti afferenti all’ambito della tecnologia, della ricerca, del mondo accademico.
L’Instant Book, che potrà essere scaricato in formato digitale su vari siti, a partire da https://www.womentech.eu/, ospita i contributi, oltre che di Gianna Martinengo, di Paola Bonomo Investor, Italian Angels for Growth; Michael Bültmann, Director Corporate Responsibility – HERE Technologies; Amal El Fallah Seghrouchni, Full Professor at the University Pierre and Marie Curie, Head of Multi-Agent Systems Team (SMA); Manuela Lavezzari, Marketing Director Lenovo EMEA; Franca Melfi, Prof, of Thoracic Surgery, University of Pisa; Chief of Robotic Multispeciality Center for Surgery, University Hospital of Pisa; Catuscia Palamidessi, Director of Research, INRIA Saclay; Monica Rancati Sr. Human Resources Director Western Europe – Microsoft; Paola Scarpa, Director Client Solution, Data & Insights, Emea Women Leader Google Italy S.r.l.; Alice Siracusano, CEO & Partner, LUZ.
Trasformazione delle competenze, creazione di workplace più inclusivi, selezione delle skill più efficaci, correlazione con la domanda di nuove professioni; valorizzazione del ruolo femminile agli occhi dei venture capitalist; osservazione dei temi etici (dalla privacy alle fake news): “L’Instant Book – precisa Gianna Martinengo – è una piccola ma efficace ‘visione’ di ciò che ci attende e di ciò che noi stesse – in quanto donne impegnate nelle professioni digitali – possiamo contribuire a creare. Inclusione, innovazione, ispirazione: non è tempo di attendere, ma di agire, su più tavoli, per far emergere il valore femminile e contribuire a migliorare la società”.
L’appuntamento è il 4 marzo prossimo presso l’Ufficio d’Informazione del Parlamento Europeo a Milano (Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 59), dalle ore 10 alle 13, una nuova edizione del Talk-Event, dal titolo “Women & Digital Jobs in Europe… un anno dopo”
Nato nel 2004 per valorizzare la capacità innovativa dell’imprenditoria femminile e giovanile, anno dopo anno il Premio GammaDonna ha portato alla ribalta talenti autentici, ancora poco conosciuti, che nel tempo si sono affermati a livello nazionale e internazionale, dimostrando che in Italia la vocazione imprenditoriale non solo è assai vitale, ma è in grado di fornire un valido e forte contributo al rilancio dell’economia del paese. E oggi il Premio si è affermato a livello nazionale come un formidabile talent scout imprenditoriale in ogni settore e angolo del Paese.
La mission è una sola, promuovere la crescita del ruolo delle donne e dei giovani nel mondo produttivo, attraverso la valorizzazione di iniziative imprenditoriali innovative. .
Ogni anno la consegna dei prestigiosi Premio è l’occasione per un confronto e per sottolineare l’importante contributo che le donne portano e possono portare, in termini di creatività innovativa, nella realizzazione di nuove imprese o nell’introduzione di soluzioni di prodotto e di processo, tali da contribuire in maniera significativa allo sviluppo del business e del territorio, aprendo anche opportunità di lavoro ai giovani.
In particolare quest’anno, il GammaForum lancerà alcune sfide significative per il prossimo triennio, delle quali l’imprenditoria femminile e giovanile può farsi interprete e ambasciatrice per un’impresa “futuribile”.
Le sfide si articoleranno su 3 direttrici: evidenziare il contributo di donne e giovani nel plasmare un’impresa sostenibile e responsabile; favorire una maggiore apertura internazionale, a partire dall’ambito europeo; puntare sul valore delle competenze, in particolare quelle STEAM.
LE FINALISTE DEL PREMIO GAMMA DONNA 2018
Dall’innovazione energetica e biomedica al riscatto dei rifugiati, passando per la promozione della cucina italiana nel mondo e per il terzo settore: le 6 imprenditrici apriranno un’edizione del Forum davvero speciale e ricca di sorprese, raccontandoci la loro storia di innovazione!
Solo una di loro si aggiudicherà però il riconoscimento che, dal 2004, GammaDonna assegna alle realtà più rappresentative della vitalità imprenditoriale del Paese, affinché siano di esempio e ispirazione per altre imprenditrici e giovani imprenditori.
Ecco le prescelte della Giuria 2018:
Marianna BENETTI, VEIL Energy (www.veil-energy.eu) — Scoprire l’energia dove nessuno la cercherebbe. Produce energia dai fumi di scarto delle centrali a biogas, trasformando rifiuti termici in energia ’buona’, riutilizzabile dall’impianto, che aumenta così la propira efficienza.
Silvia BOLZONI, Zeta Service — Amministrare il lavoro non è mai stato così semplice. Una società di servizi per il mondo risorse umane, con un approccio imprenditoriale innovativo, centrato sul benessere delle persone, che sfocia in una logica win-win fra aziende e forza lavoro.
Valentina GARONZI, Diamante — Innovare il bio-tech grazie alle piante. Una start-up innovativa che produce rivoluzionari strumenti di diagnosi impiegando le piante per la produzione ecosostenibile di nanoparticelle da virus vegetali modificati. Prodotto di punta, un kit diagnostico per la Sindrome di Sjögren.
Chiara ROTA, My Cooking Box — Tutto il gusto del Made in Italy… in una scatola! Nasce per diffondere la cultura gastronomica italiana nel mondo attraverso un kit che contiene il necessario per preparare un piatto gourmet e offrire una vera “Food Experience” con ingredienti Made in Italy secondo la ricetta di un grande Chef.
Roberta VENTURA, SEP Jordan — Ridare dignità ai profughi attraverso la moda etica di lusso. Un’impresa sociale nata in un campo profughi in Giordania con l’obiettivo di valorizzarne il talento, quello delle donne in particolare, realizzando capi moda con tessuti pregiati e sofisticati ricami.
Silvia WANG, ProntoPro — Trovare il professionista giusto in pochi click. Un portale di incontro tra domanda e offerta di lavoro nelle più disparate categorie e aree professionali, con la possibilità di confrontare recensioni, preventivi e accuratezza dei lavori.
L’appuntamento con il decimo Premio GammaDonna 2018 è per giovedì 15 novembre, presso la sede de Il Sole 24 Ore a Milano.
Per il programma dettagliato clicca qui
Dopo il successo della prima edizione, che ha visto 230 start up coinvolte, Banca Monte dei Paschi di Siena prosegue il suo percorso di innovazione tecnologica e digitale e lancia la seconda edizione di “Officina Mps”. Il progetto, sviluppato in partnership con Accenture, è nato con l’obiettivo di scoprire e promuovere le idee delle start up innovative, perseguendo allo stesso tempo il rafforzamento dell’esperienza cliente, il miglioramento dei processi aziendali e lo sviluppo dell’offerta commerciale.
Una collaborazione virtuosa che ha creato risultati concreti: sono già una decina le start up della prima edizione che oggi lavorano con un contratto con Mps e che hanno fornito idee immediatamente attivabili nelle attività della Banca. I clienti sono al centro di questa nuova iniziativa; infatti nella seconda edizione le start up saranno chiamate a presentare proposte innovative orientate a trovare soluzioni evolute per soddisfare i bisogni bancari di famiglie ed imprese. I partecipanti potranno quindi concorrere in due differenti categorie, PMI/Small Business e clienti privati, cercando di immaginare e realizzare nuovi canali, strumenti, metodi per offrire servizi sempre più all’avanguardia e vicini alle persone.
Marco Morelli, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena, ha commentato: «Banca Mps, nel pieno di un articolato e complesso piano di ristrutturazione, ha comunque intrapreso un cammino originale di innovazione e cambiamento fondamentale in uno scenario bancario in continua evoluzione che necessita di idee sempre nuove per sostenere la ripresa economica. Dopo i positivi risultati della prima edizione di “Officina Mps” rafforziamo ora il nostro impegno con soluzioni più mirate continuando a spingere sulla collaborazione con le start up per selezionare in modo continuativo progetti da applicare in Banca che accelerino ulteriormente il percorso di cambiamento che abbiamo avviato. Con “Officina Mps” abbiamo creato un sistema unico e distintivo per agganciare competenze, persone ed idee con un flusso spontaneo in entrata che altrimenti sarebbe difficile da intercettare. Un’iniziativa che esce dall’attività ordinaria della Banca, permettendo di valorizzare Mps e al contempo di sostenere lo sviluppo dei giovani e delle realtà imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico e innovativo, elementi fondamentali per il futuro del Paese».
La nuova edizione di “Officina Mps” si articola attraverso un processo di selezione che prevede la presentazione da parte dei candidati di progetti con soluzioni implementabili direttamente nell’ambito del business della Banca. Le domande potranno essere inserite dal 15 ottobre 2018 al 15 gennaio 2019 sul sito internet www.officina.mps.it.
Le start up e le PMI innovative individuate lavoreranno fianco a fianco con i team della Banca per individuare le migliori modalità di realizzazione delle loro soluzioni in Mps, con un coinvolgimento e una collaborazione sempre più forti. L’iniziativa si conferma, così, un’occasione di crescita per tutte le parti coinvolte: per le start up che potranno testare e verificare l’applicabilità dei loro progetti in un contesto reale, e per i professionisti Mps che accresceranno le loro competenze contaminandosi direttamente con chi fa innovazione, dando ulteriore impulso al percorso di cambiamento già avviato dalla Banca. Proprio in questa ottica le risorse interne coinvolte nel progetto saranno molte di più rispetto alla precedente edizione. La partecipazione alla selezione è completamente gratuita ed offre la possibilità di far emergere e sviluppare nuove idee e potenzialità appositamente studiate per il contesto di Banca Mps, anche mettendo in collegamento le start up con aziende già consolidate, attraverso una serie di azioni e iniziative a supporto della loro crescita. Dopo la fase di presentazione delle candidature la Banca procederà ad una prima selezione da cui emergeranno 7 start up per ciascuna categoria (14 in totale).
I soggetti selezionati lavoreranno singolarmente di concerto con il management Mps per identificare un’applicazione concreta dell’innovazione al contesto della Banca in ottica di “Co-progettazione” da realizzare in tempi rapidi. Le 14 proposte verranno presentate in primavera durante il Selection day che identificherà 4 finaliste che si sfideranno per aggiudicarsi il premio finale di 25.000 euro, oltre a poter lavorare da subito con la Banca.
Torna a Milano, dal 18 al 20 ottobre prossimi, uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, Mashable Social Media Days. Si tratta della quinta edizione in Italia di un evento dedicato alle tematiche del digital marketing, del social media marketing, dell’imprenditoria e dell’innovazione, attraverso la presentazione e la discussione di strategie concrete e case study di successo presentate dalle migliori eccellenze del settore digitale. Partito solo cinque anni fa, Mashable è oggi considerato uno degli eventi globali da non perdere e ad oggi ha già registrato oltre 1000 iscrizioni all’edizione 2018.
Padrona di casa anche per quest’anno sarà Eleonora Rocca, marketing manager, imprenditrice, digital strategy consultant e blogger, romana d’origine e London based, ma milanese nel cuore – che nel 2014 fonda il Mashable Social Media Day Italia. Quest’anno Mashable sarà ospitato nelle sale dell’Università IULM, a Milano e proporrà un format innovativo: per alcuni special guest non è stato riservato il classico momento talk, bensì le interviste one-to-one con la founder Eleonora Rocca che darà poi il la alle domande che giungeranno dal pubblico. L’obiettivo è di creare più partecipazione e interazione dato che… “L’evento non è il mio, ma il vostro – ci ha tenuto a precisare la stessa Eleonora Rocca -. Grazie al mio team abbiamo organizzato un evento alquanto spettacolare e ricco di contenuti, ma il successo vero sarà raggiunto solo quando tutti i partecipanti nelle tre sale, dal primo all’ultimo, andranno via la sera dell’ultimo giorno consapevoli di aver arricchito il proprio bagaglio di informazioni pronte da mettere in alto per sviluppare le proprie idee di business o potenziare quelle già in essere”.
Il programma prevede la presenza di 150 relatori, 105 speech, 15 workshop per una tre giorni che quest’anno sarà ancora di più “donna” rispetto alle precedenti edizioni, grazie alla partecipazione di influencer e imprenditrici protagoniste di tanti momenti spalmati sui tre giorni. Alcuni meritano particolare attenzione, come dei workshop dedicati al public speaking, al turismo e al fashion, tutti gestiti da ragazze di successo. Ma anche sul palco centrale ne vedremmo delle belle, in tutti i sensi: ci sarà tra gli speaker internazionali Kimberly Afonso, consulente di marketing digitale. Originaria degli States ha lavorato a New York e Barcellona prima di trasferirsi in Italia. Inoltre, verrà offerta una formula nuova per confrontarsi con le dirette protagoniste: grazie al supporto di WordWideWomen si terranno delle colazioni e dei pranzi di networking dedicati proprio allo sviluppo di idee e imprese in ambito femminile dato che uno degli obiettivi di #SMDAYIT + #DIDAYS è proprio quello di incentivare e contribuire alla crescita delle quote rosa nel mondo del digital, ma più in generale dell’imprenditoria sia italiana che internazionale.
Tra i temi caldi dell’edizione di quest’anno ci saranno: Influencer & Micro Influencer Marketing, Blockchain & Cryptovalute, rapporto tra TV & Social Media Marketing, Smart Working & Sharing Economy, Strategie di Facebook Advertising, rapporto tra Pubblicità tradizionale e nuovi media, nuove frontiere della comunicazione sia in ambito Ecommerce che nel settore Retail, utilizzo strategico dei dati e molto altro ancora.
Per iscrizioni e per il programma completo
http://mashablesocialmediaday.it/
Prima di elencare i vantaggi del lavorare in un coworking cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta. Si sente parlare per la prima volta di coworking organizzato nel 2005 a San Francisco (e dove se no). Si tratta di uno stile lavorativo rivoluzionario, che implica la condivisione di uno spazio di lavoro tra persone che svolgono attività indipendenti tra di loro e non appartengono alla stessa organizzazione. Tipicamente è una modalità che piace ai liberi professionisti, a chi lavora da casa, alle start up. Gli spazi di solito sono studiati in modo accogliente e offrono alcuni servizi di base. Ovviamente ogni struttura viene personalizzata in modo differente e ognuno è libero di scegliere quella che più fa al caso suo.
In Italia il fenomeno è arrivato un po’ più tardi rispetto agli Stati Uniti, parliamo di 2008 circa ma dopo ha preso piede sin da subito e si è sviluppato molto velocemente. Il nostro Paese conta oltre 300 strutture con una maggiore concentrazione al nord.
Insomma davvero un successo destinato a crescere. Ma perché tanto entusiasmo? Scopriamolo insieme. Ecco 5 motivi per cui vale la pena scegliere di lavorare in coworking.
1 Evitare la solitudine
Si certo è bello non dover uscire di casa la mattina. Possiamo guadagnare il tempo dei trasferimenti e utilizzarlo per fare altre cose, possiamo lavorare dal divano e restare in pigiama, e mentre ci occupiamo del business plan della nostra nuova attività carichiamo anche la lavatrice. Ma forse anche no! Alla lunga stare tante ore in casa da soli è deleterio. Siamo degli animali sociali e per far crescere la nostra creatività abbiamo bisogno del contatto e del confronto con gli altri.
2 Sviluppare nuove e interessanti sinergie
Il bello del coworking è proprio poter condividere lo stesso spazio con altre persone che anche se occupati in settori diversi stanno magari affrontando problematiche simili alle nostre, oppure svolgono un’attività complementare che ci può essere molto utile e viceversa, possiamo trovare collaboratori, scambiare idee creative. Dal confronto può sempre nascere qualche cosa di costruttivo, una nuova prospettiva su un problema e ci si può dare una mano a vicenda.
3 Costi contenuti e servizi essenziali
Le strutture di coworking offrono costi contenuti una serie di servizi che possono essere utili inclusi come ad esempio la connettività, sale riunioni, servizi di segreteria centralizzati oltre ovviamente all’affitto di una scrivania. Rispetto alle spese che si dovrebbero affrontare per gestire un ufficio in autonomia sicuramente ci sono grossi vantaggi anche economici.
4 Una comunità che ti supporta e accompagna il tuo percorso
Lavorare nell’ambito di un coworking significa entrare a far parte di una comunità che si sostiene si supporta. All’interno dello spazio vengono organizzati spesso eventi, incontri momenti formativi. E poi i momenti di networking, le pause caffè e, spesso, i festeggiamenti in compagnia, rappresentano le consuetudini che rafforzano la community e aiutano a alleggerire le giornate lavorative.
5 Lavorare ovunque
Ci sono ormai strutture di coworking in tutto il mondo e anche se serve si può sempre usufruire di un ufficio accogliente e organizzato anche lontano da casa. Inoltre, a maggior ragione in questo caso, entrare a far parte di una comunità in un altro paese può essere d’aiuto per integrarsi più velocemente e meglio.
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Eccoci ad una nuova intervista di Viral Caffè. Oggi parliamo con una persona molto particolare che ha fatto dell’aiutare altre donne ad avere successo nel lavoro la sua mission. Giada Carta è una Soulful Mentor, e fra poco vedremo cosa vuol dire, Supporta le donne nell’organizzazione del proprio lavoro, siano esse dipendenti o freelance, con l’obbiettivo di permettere loro di avere successo ma al tempo stesso di mantenere il delicato equilibrio tra vita personale e professionale. Ma lo fa in un modo molto particolare e del tutto personale. Scopriamolo insieme.
Giada ti definisci una Soulful Mentor, ci puoi spiegare esattamente di che cosa si tratta?
Ma certo! In inglese la parola “soulful” significa letteralmente “pieno di anima”: il mio titolo spiega quello che sono, una mentore che ti porta a percorrere gli stessi passi che ho fatto prima di te, e il modo in cui lo faccio, insegnandoti cioè a creare il successo che desideri nella vita e nel lavoro senza snaturarti, senza scendere a compromessi, senza dover censurare nemmeno un pezzettino della tua anima.
Ti rivolgi prevalentemente alle donne, perché questa scelta?
Sono una femminista da quando ho memoria e credo che per approdare alla parità di genere si debba lavorare per sanare la mancanza di equilibrio che c’è stata nella nostra società per millenni e che purtroppo ancora perdura. Per troppo tempo le donne hanno avuto difficoltà in più e opportunità in meno, per questo ho scelto di concentrare il mio lavoro solo su di loro in modo da fare la mia parte per capovolgere la situazione una cliente realizzata alla volta! Naturalmente questo non significa che non ci siano uomini che potrebbero aver bisogno del mio lavoro o che non mi piacerebbe lavorare con loro, ma il mio lavoro è nato proprio dal mio desiderio di fare un cambiamento positivo nel mondo e mi sono sentita chiamata a trasformare la disparità di genere più di ogni altra cosa.
Anche tu come molte nostre lettrici avevi prima un lavoro da dipendente e poi hai fatto una scelta di vita diversa. Come hai affrontato il cambiamento?
Devo dire che per me è stato un cambiamento facilissimo! Naturalmente prima di fare il grande salto avevo molta paura, questa è stata la parte difficile e in effetti è stato per disperazione e per principio, come racconto qui, che ho deciso di buttarmi ben prima di quanto avessi preventivato. Una volta fatta la scelta di lasciare il mio lavoro precedente però la paura si è dissolta e tutto il resto è stato in discesa. Non vuol dire che lavorare in proprio non sia difficile o faticoso, ma è tutta un’altra cosa quando sei libera in ogni aspetto della tua professione e delle tue giornate. Non è per tutti e richiede molta disciplina, ma per me è stato come trovare finalmente la mia dimensione naturale dopo che per tredici anni avevo sofferto in ogni posizione lavorativa, non importa quanto prestigiosa, perché essere sottoposta a qualcuno e ai dettami delle multinazionali mi logorava.
Molte persone scelgono di lasciare un lavoro da dipendente per cercare di bilanciare meglio lavoro, famiglia, vita privata. Lavorando in proprio non si corre il rischio di fare proprio il contrario. Come si può evitare di farsi assorbire troppo?
La prima cosa da dire su questo è che a mio parere bilanciare meglio lavoro famiglia e vita privata non è una motivazione sufficiente per mettersi in proprio: non importa quanto ci piaccia l’idea, essere liberi professionisti è davvero difficile, almeno all’inizio richiede molte più ore di lavoro rispetto a quelle di un normale lavoro d’ufficio e per avere successo un business deve avere una missione solida a supportarlo, che esuli dalle nostre esigenze pratiche e che abbia invece a che fare col cambiamento che vogliamo fare nel mondo e che vogliamo offrire ai nostri clienti con quello che vendiamo. Detto questo, quando decidiamo di buttarci, si spera per le motivazioni giuste, bisogna sviluppare una buona organizzazione, concentrarsi sulla gestione del tempo prima che su ogni altra cosa, darsi dei paletti e rispettarli. Non bisogna cedere alle richieste degli altri o lasciare che tutti ci chiedano qualunque cosa perché siccome lavoriamo da casa pensano che il nostro non sia un vero lavoro. Soprattutto, bisogna pianificare con largo anticipo e rispettare quella pianificazione e no, non si può evitarlo perché “siamo persone libere e creative” perché nessun business può avere davvero successo senza una visione e una pianificazione a lungo termine: rifiutarsi di pianificare e organizzarsi ostinandosi a navigare a vista è il modo più sicuro per trovarsi a lavorare ventiquattr’ore su ventiquattro senza peraltro raggiungere i risultati economici che desideriamo.
Quanto è importante la creatività nel nostro essere donne e soprattutto nell’essere imprenditrici?
Credo che la creatività sia fondamentale per ogni essere umano, uomo o donna, è una parte di noi che deve venire fuori se vogliamo sentirci realizzati e completi e per questo è importante coltivarla. Spesso per un fattore culturale associamo la creatività solo con la capacità di fare qualcosa con le mani e venderla a caro prezzo , ma non c’è niente di più sbagliato! Siamo creative ogni volta che risolviamo velocemente un problema, ogni volta che organizziamo un viaggio con un itinerario che rispecchi i nostri sogni, ogni volta che cuciniamo senza una ricetta prestabilita o che scriviamo un biglietto a una persona che amiamo. Per un’imprenditrice è essenziale la capacità di creare una visione solida del futuro immaginando qualcosa che ancora non c’è e di ripetere quest’azione nel tempo, se poi comunichiamo online il nostro lavoro naturalmente è importantissimo anche saper creare i contenuti giusti per coinvolgere i potenziali clienti che sogniamo.
Tre consigli che puoi dare ad una donna che sceglie di diventare imprenditrice.
1. Metti sempre te stessa al primo posto per il bene del tuo lavoro, perché non si può rendere al meglio se ci si svuota di ogni energia nel tentativo di fare tutto e subito.
2. Coltiva costantemente una visione solida del futuro che sogni per il tuo business e aggrappati ad essa ogni volta che devi creare qualcosa di nuovo, prendere una decisione, superare un momento in cui il lavoro non sta andando come vorresti.
3. Pianifica e agisci con determinazione e costanza, senza cedere al primo fallimento e rispettando sempre le promesse fatte a te stessa.
Dove puoi trovare Giada https://giadacarta.com/
Thanks to L&V Photography
Durante l’estate scorsa Infocamere ha pubblicato un report relativo alle imprese innovative in Italia guidate da donne. Viral Caffè non poteva esimersi dal parlarne anche perché i dati che ne sono emersi sono davvero incoraggianti.
Secondo lo studio infatti, al 30 giugno 2017, le start up innovative con una prevalenza femminile sono 991, il 13,4% del totale, contro un’incidenza del 17% se si prende in esame l’universo delle società di capitali. Le startup innovative in cui almeno una donna è presente nella compagine sociale sono 3.175 (42,9% del totale, quota inferiore a quella fatta registrare dal complesso delle società di capitali, 49,5%).
Ancora poco pensate? Può essere, ma di passi avanti negli ultimi anni ne sono stati fatti. Lo dimostrano le oltre 150 donne italiane innovatrici e che ricoprono ruoli strategici all’interno di aziende nostrane e non che sono state inserite nell’elenco redatto da Startupitalia.
La lista è in continua evoluzione e sul sito di Startupitalia è possibile segnalarne sempre di nuove: donne che hanno fondato o guidano una startup, dirigono la trasformazione o la strategia digitale di grandi corporate insieme a scienziate ed attiviste.
Per l’elenco completo in ordine alfabetico: https://bit.ly/2RfFrj9
Si chiama Beautic, la startup selezionata per accedere al programma di accelerazione di 3 mesi di IMPRESSIONlab, la nuova piattaforma dedicata alle startup digitali che promuovono innovazione nel settore della comunicazione e dell’advertising.
I tre partner del progetto Cariplo Factory, Digital Magics e IAB Italia hanno selezionato Beautic , il social marketplace in cui gli utenti possono diventare influencer condividendo il loro look make-up.
Cariplo Factory è un hub di Open Innovation, Talent Management e Corporate Social Responsibility, promosso da Fondazione Cariplo con l’obiettivo di generare 10 mila job opportunities in tre anni e favorire la scale-up delle startup italiane più innovative.
Digital Magics, quotata su AIM Italia (simbolo: DM), è un business incubator di progetti digitali che fornisce servizi di consulenza e accelerazione a startup e imprese, per facilitare lo sviluppo di nuovi business tecnologici.
IAB Italia, fondata nel giugno 1998, raggruppa i più importanti operatori della pubblicità online in Italia ed è il charter italiano dell’Interactive Advertising Bureau, la più importante associazione nel campo della pubblicità su Internet a livello mondiale.
Beautic, non è solo un marketplace, ma una grande community dove le aziende possono trovare il loro Ambassador di bellezza, mentre gli utenti seguire i make-up artist preferiti, scoprire e acquistare nuovi prodotti, regali e tendenze.
Beautic, in qualità di unica startup selezionata da IMPRESSIONlab, vince: – un percorso di accelerazione della durata di 3 mesi in Digital Magics, il business incubator di progetti digitali leader in Italia, con 62 startup operative e 6 sedi distribuite da Nord a Sud, che ne sosterrà lo sviluppo e la Crescita – la possibilità di presentare il progetto durante la festa dei 20 anni di IAB Italia, l’Associazione dedicata all’advertising interattivo che, con i suoi oltre 180 associati, potrà a sua volta supportare la crescita
del business di Beautic.
L’obiettivo dell’iniziativa IMPRESSIONlab, che ogni anno selezionerà le migliori startup nell’ambito dell’advertising e del marketing digitale, è offrire un percorso privilegiato e di primissimo livello, per preparare le startup a presentare il proprio progetto davanti ad un importante network di investitori ovvero i più importanti protagonisti del Venture Capital.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
L’edizione 2017 di SAP Forum: “Made in Future” è andata in scena il 17 ottobre al MiCo – Fieramilanocity L’evento ha mostrato ad aziende di ogni settore come costruire oggi il futuro del proprio business adottando tecnologie innovative e intelligenti e trasformando processi e modelli di business.
Il futuro ha un fascino irresistibile, perché è una realtà che abbiamo il potere di influenzare con i nostri comportamenti e le nostre scelte attuali. Oggi, come mai prima d’ora, l’attenzione per il futuro è forte e giustificata; sia perché gli strumenti offerti dalla tecnologia rendono possibili scenari prima impensabili, sia perché l’orizzonte temporale necessario affinché l’innovazione cominci a portare frutti si è decisamente ridotto.
Per questi motivi il nuovo paradigma del digital business sta avendo effetti tanto dirompenti, trasformando tutti i settori e le aree aziendali ed è fondamentale che le aziende abbiano consapevolezza dei cambiamenti in atto e che facciano ricorso all’innovazione per cominciare oggi a dare forma al proprio futuro.
Dopo il successo dell’edizione 2016, che ha visto la partecipazione di oltre 2.300 tra imprenditori, manager e professionisti di vari settori, SAP Forum 2017 si è confermato un appuntamento importante e atteso dall mondo imprenditoriale italiano grazie a un’agenda particolarmente ricca e stimolante.
L’evento ha proposto 5 keynote di prestigiosi relatori provenienti dal mondo delle aziende e dell’innovazione, che incontreranno il pubblico in sessione plenaria. Interverranno Luisa Arienti, Amministratore Delegato di SAP Italia, Martin Wezowski, Chief Designer SAP Innovation Center Networks (ICN) & Chief Innovation Office, e Steve Tzikakis, President EMEA South di SAP.
A condurre i lavori, Marco Montemagno, uno dei “digital entrepreneur” più conosciuti nel mondo social e autore del best-seller Codice Montemagno.
Nella giornata non sono mancate più di 60 presentazioni, tenute dall’azienda e dai suoi partner, in cui i clienti stessi hanno raccontato le proprie esperienze di trasformazione digitale.
“La digitalizzazione elimina barriere, assottiglia i confini tra i settori, semplifica la gestione del business, rivoluziona il modo in cui le aziende si relazionano con i propri clienti e gestiscono i talenti. Questa trasversalità è uno dei motivi per cui la rivoluzione 4.0 sta avanzando tanto rapidamente: ogni innovazione di successo potrebbe potenzialmente essere adottata in nuovi mercati, trasformandoli in modi del tutto inaspettati. Per questo siamo convinti che sia fondamentale offrire alle aziende di qualsiasi ambito e dimensione la possibilità di confrontarsi, di condividere le proprie esperienze e imparare da quelle altrui. Innovazione fa sempre più rima con contaminazione”, ha dichiarato Luisa Arienti, Amministratore Delegato di SAP Italia.
“Il confronto tra aziende su come cogliere queste opportunità e sostenere la crescita del Paese sarà quindi uno dei perni del SAP Forum di quest’anno”.
Molte le soluzioni SAP di cui è stato possibile prendere visione attraverso gli showcase presenti: attraverso la simulazione dell’attività di un’impresa che opera nel B2C, sarà possibile scoprire come l’innovazione possa ottimizzarne tutte le fasi. Dall’ingaggio del consumatore che effettua un ordine online, reso possibile da SAP Hybris, si passa al back-end aziendale con il processo di procurement gestito da SAP Ariba e quindi alla produzione vera e propria del bene ordinato, un processo totalmente rivisitato in chiave 4.0 grazie a SAP Leonardo e SAP S/4 HANA. Il percorso prosegue nel magazzino aziendale, dove hanno luogo i processi di logistica e spedizione. Un’attenzione particolare viene riservata anche alla gestione delle risorse interne ed esterne; attività che, grazie agli strumenti offerti da SAP SuccessFactors e SAP FieldGlass, possono diventare più efficienti e affrontare tempestivamente le variazioni nella domanda. Il percorso si conclude in ambiente retail, con la consegna al cliente del bene ordinato.
Tra gli eventi speciali, per il quarto anno consecutivo, Careers@SAP Forum, organizzato in collaborazione con JobAdvisor, per ispirare i giovani laureati che desiderano entrare nel settore ICT e offrire loro opportunità di carriera attraverso colloqui “speed-date” con i partner SAP. Infine, verrà ospitata anche l’iniziativa speciale SAP Quality Awards, premio per clienti e partner che hanno implementato progetti di successo rispettando rigorosi parametri di qualità.
L’analisi dei dati raccolti dalla ricerca condotta da SAP Italia in collaborazione con SDA Bocconi su un campione di circa 1.200 PMI italiane segnala una situazione tendenzialmente positive verso il Digital Manufacturing. Il 63% delle aziende manifatturiere intervistate ha già concluso (27%) o ha già lanciato (36%) almeno una iniziativa di digitalizzazione, mentre il 13% ha dichiarato l’intenzione di farlo entro il 2017. Il settore manifatturiero italiano sta vivendo uno dei momenti più stimolanti della sua storia e la complessità del contesto globale in cui operano le aziende manifatturiere si unisce a trend di consumo che richiedono caratteristiche di flessibilità e adattamento mai sperimentati in passato.
La digitalizzazione consente alle imprese industriali di raccogliere queste sfide e trasformarle in opportunità e le tecnologie digitali entrano nei prodotti e nei processi del mondo manifatturiero dove il concetto di fondo che meglio sintetizza il paradigma alla base della quarta rivoluzione industriale è quello di “autonomia”.
Appare chiaro come l’Industria 4.0 non sia una specifica tecnologia, ma riguardi piuttosto la configurazione, orchestrazione e integrazione di processi che vedono l’applicazione di diverse soluzioni digitali, quali ad esempio robot collaborativi, stampa 3D, realtà aumentata, IoT, Cloud, Big Data Analytics e Cybersecurity.
Per il nostro Paese, quello che emerge sulla carta è uno scenario ideale. Resta tuttavia da capire a che punto sono le aziende nel loro percorso di digitalizzazione e come gli imprenditori e i manager stanno traducendo in azione le opportunità del digitale. Per rispondere a queste domande, SAP Italia, con il supporto di SDA Bocconi School of Management e di una serie di aziende partner quali Altea UP, BMS Italia, Derga Consulting, Engineering, Exprivia, Horsa, ICM.S, Sidi, ha condotto uno studio focalizzato sulle aziende manifatturiere italiane.
La ricerca si basa su un campione di circa 1.200 aziende, per il 54% costituito da imprese di piccole e medie dimensioni (fatturato inferiore ai 40 Milioni di Euro) ed è stato condotto a partire dal mese di settembre 2016. Le interviste hanno coinvolto interlocutori di diverse aree aziendali: sistemi informativi, produzione, logistica, commerciale, risorse umane, finanza e controllo di gestione.
Un work in progress e un approccio positivo alla digitalizzazione
L’analisi dei dati raccolti segnala una situazione tendenzialmente positiva verso la digitalizzazione. Il 63% delle aziende manifatturiere intervistate ha già concluso (27%) o ha già lanciato (36%) almeno una iniziativa di digitalizzazione, mentre il 13% ha dichiarato l’intenzione di farlo entro il 2017. Un segnale che indica una relativa buona maturità di approccio, in particolare quando si fa riferimento alla gestione economica di questo genere di iniziative: nel 65% dei casi analizzati il budget per le attività di digitalizzazione viene preso da quello aziendale globale, mentre solo nell’11% dei casi ogni divisione dispone di un suo budget specifico. Sembra dunque prevalere un orientamento al presidio centrale delle risorse per il digitale, che vede come figure di governo prevalenti il Responsabile dei Sistemi Informativi (indicato nel 48% dei casi), la prima linea manageriale (CEO o Direttore Generale nel 40% dei casi) la Proprietà (36%). Interessante notare come siano state indicate più figure con un ruolo guida (nel 62% dei casi), a testimonianza del fatto che la digitalizzazione è un fenomeno pervasivo rispetto all’organizzazione, che richiede competenze tecniche molto profonde e un elevato livello di coinvolgimento delle figure apicali dell’azienda.
Un altro dato positivo, in linea con i dati di altri Paesi europei, segnala la tendenza a sostenere nei prossimi anni gli investimenti in digitalizzazione con il 41% delle aziende manifatturiere che dichiarano un incremento di risorse. Dall’analisi degli obiettivi emerge un orientamento prevalentemente “interno” al ritorno di tali investimenti: la maggiore efficienza e produttività (57%), il maggior livello di coordinamento interno (47%) e il miglioramento della qualità (33%) sono le tre finalità più citate dagli intervistati per quanto riguarda le iniziative di digitalizzazione. In questo scenario appare evidente come sia necessario oggi predisporre le basi di processo e di prodotto su cui far leva per promuovere azioni più orientate all’esterno, quali la miglior collaborazione con altre aziende, lo sviluppo di nuovi mercati digitali e la ricerca di nuove fonti di ricavo.
“In un momento storico in cui sembra che sia sufficiente inserire tecnologia digitale in azienda per parlare di trasformazione o Industria 4.0, le aziende che abbiamo intervistato stanno dimostrando un approccio maturo al Digital Manufacturing, soprattutto dal punto di vista delle logiche di governo e di organizzazione”, ha dichiarato Gianluca Salviotti, SDA Professor di Sistemi Informativi, SDA Bocconi School of Management. “I nostri interlocutori sono impegnati a costruire l’infrastruttura, di processo e tecnologica, su cui basare le fondamenta del percorso verso i paradigmi dell’Industria 4.0. Il tutto senza ansia da moda tecnologica, ma con una oculata scelta di strumenti e tecnologie laddove opportuno”.
“L’attuazione di una strategia vincente in ambito Industry 4.0 implica la disponibilità di soluzioni e prodotti intelligenti, “connessi” e personalizzati”, ha commentato Carla Masperi, COO di SAP Italia. “L’Industry 4.0 presuppone che la digitalizzazione coinvolga tutta l’azienda e non solo la componente produttiva. Le soluzioni software devono essere in grado di sfruttare big data, social media, modelli di accesso al software in cloud, applicazioni IoT e comporre la dorsale digitale dell’organizzazione a cui collegare tutte le applicazioni a supporto del core business. Per questo motivo non si parla solo di Industry 4.0, ma anche di Value Chain 4.0. A sostegno di progetti in questi ambiti SAP ha creato un portfolio IoT dedicato, SAP Leonardo, che si basa sulla piattaforma SAP HANA® e offre applicazioni IoT intelligenti, servizi di business per lo sviluppo, servizi tecnici per processare dati le informazioni ad alta velocità a livello di singolo dispositivo”.
Per quanto riguarda le iniziative di Digital Manufacturing orientate ai prodotti e ai processi dell’azienda manifatturiera, la percentuale di aziende attive scende leggermente rispetto ai piani di digitalizzazione aziendale: sono il 48% le realtà che si dichiarano attive e il 15% quelle che prevedono di attivarsi entro il 2017. Nel 61% dei casi le attività risultano inserite in un piano, che può essere dedicato al digital manufacturing (30% dei casi) o far parte di un progetto più ampio di trasformazione digitale (31% dei casi).Tra gli obiettivi principali delle iniziative di digital manufacturing troviamo l’aumento della produttività del lavoro (43%), lo sviluppo della qualità dei prodotti (40%), la maggior flessibilità produttiva (29%) e il miglior utilizzo degli asset produttivi (25%). Come per le attività di digitalizzazione, anche per il digital manufacturing sembra prevalere un orientamento alla creazione delle pre-condizioni per abilitare le ulteriori opportunità dell’Industria 4.0, come il miglior allineamento ai livelli di domanda.
Anche sul fronte delle tecnologie abilitanti, il campione si conferma impegnato nella costruzione dell’infrastruttura su cui poggiare le basi per ulteriori evoluzioni. In questo contesto, il cloud computing e la robotica avanzata sono le due tecnologie su cui si sta lavorando con maggior intensità e da cui sono attesi gli impatti più importanti. In particolare, i responsabili ICT delle aziende intervistate hanno indicato il Cloud come una delle aree di investimento prioritarie per abilitare le iniziative aziendali di Digital Manufacturing. Leggendo come un’unica voce le attività in ambito Saas (16%), PaaS (20%) e Iaas (23%), il Cloud rappresenta, in questo momento, il focus principale dei CIO (citato dal 59% degli intervistati).
Infine, le reti IoT e gli strumenti Big Data & Analytics completeranno l’architettura digitale delle aziende manifatturiere, consentendo il collegamento fra impianti e macchinari, la raccolta, l’analisi e la retro-azione adattiva. Rispetto alla Realtà Aumentata e alla Stampa 3D sembra, invece, prevalere una certa cautela: esse rappresentano tecnologie molto citate in relazione all’Industria 4.0, ma date ormai per scontate in molti contesti manifatturieri.