In piena era digitale la tecnologia è pervasiva di un numero crescente di ambiti che fino a qualche anno fa avremmo considerato impensabili. Internet e la mobilità stanno modificando radicalmente usi e costumi e la fruibilità di mezzi e informazioni è sempre più alla portata di tutti. Ma come cambia l’approccio alla salute in Italia e nel resto del mondo? MioDottore.it – una delle più grandi piattaforme al mondo dedicata alla sanità privata, specializzata nella prenotazione online di visite mediche e parte del Gruppo Docplanner – ha indagato i comportamenti e le scelte del paziente moderno per stilare il profilo della versione “3.0”.
Lo studio è stato condotto nel 2016 in sei differenti Paesi (Italia, Polonia, Turchia, Spagna, Messico e Brasile) prendendo in esame i dati registrati sulle le piattaforme del Gruppo DocPlanner, che sono stati analizzati con il supporto del sociologo Błażej Popławski.
Il profilo del paziente 3.0 in Italia
Partendo dall’anagrafica, nel nostro Paese il paziente 3.0 ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni. Se nel resto del mondo la fascia più cospicua è quella tra i 25 e i 34 anni (in media intorno al 33%), all’interno dello studio l’Italia si distingue per un sostanziale pari-merito tra questo cluster (26,6%) e la fascia 35 – 44 anni (26,5%) e – analogamente alla Spagna – per uno spostamento verso le fasce di utenza più anziane: basti pensare che il segmento over 45 rappresenta nel Bel Paese il quasi il 37% dei pazienti, ben 10 punti percentuali in più rispetto alla media degli altri Paesi, dietro solo alla Spagna.
In linea con tutti i Paesi presi in esame, in Italia la piattaforma MioDottore.it vede un’incidenza delle quote rosa decisamente superiore (64,7%). Probabilmente, rispetto agli uomini, le donne decidono più spesso di ricorrere a un consulto professionale relativo alla propria salute e quella delle loro famiglie, prenotano più spesso visite specialistiche e più frequentemente degli uomini si recano dal medico durante i primi stadi della malattia.
Il paziente 3.0 vive nei maggiori contesti urbani italiani – Roma in primis (29,7%), Milano (16,3%) e Napoli (6,3%) – e accede a MioDottore.it prevalentemente in mobilità: i dispositivi mobili (smartphone e i tablet) battono, infatti, il PC con percentuali rispettivamente del 48,6% e 42,9%.
Ma cosa si ricerca? I dentisti sono il gruppo di professionisti più ricercati (18,1%), seguiti da internisti (13,1%), ginecologi (11,8%), ortopedici (6,3%) e dermatologi (6,2%). Anche in questo caso l’Italia si distacca dal resto del mondo dove la categoria medica più ricercata è quella dei ginecologi. Tra tutti i servizi sanitari che è possibile prenotare attraverso MioDottore.it, i più popolari sono cistoscopia, crioterapia ed esame ginecologico (entrambi al 14,3 %), ECG e colonscopia (entrambi al 7,2%).
Curioso analizzare le tempistiche con cui il paziente 3.0 ricerca una visita online: il picco si registra all’inizio della settimana dove l’attività maggiore si riscontra il lunedì (18,1%) per poi diminuire gradualmente dal martedì (17,6%) al sabato (8,2%) e poi risalire leggermente alla fine del week-end (8,3%). A differenza degli altri Paesi, dove il picco di ricerche si registra in orari mattutini (11:00 in Polonia e Turchia, 10:00 in Spagna e Messico e 8:00 in Brasile), in Italia questo si riscontra alle 17:00. Gli utenti del Bel Paese rientrano – insieme a quelli turchi e polacchi – tra gli amanti del last minute: se nella maggioranza dei casi a livello internazionale le visite sono prenotate con meno di 5 giorni di anticipo, queste tre nazionalità preferiscono farlo il giorno prima.
Dallo studio realizzato emerge anche l’importanza delle recensioni. Come con qualsiasi altro servizio online, il paziente 3.0 italiano è molto attento alle valutazioni date al professionista che spesso influenzano la “popolarità” del medico, attivando un circolo virtuoso volto a generare nuove prenotazioni. Ben il 92.9% degli utenti italiani intervistati, infatti, dichiara di aver prenotato una visita scegliendo un medico o uno specialista valutato con il massimo punteggio da altri utenti.
MioDottore.it, infine, offre anche la possibilità di consultare direttamente i medici per fare chiarezza su dubbi e incertezze legate al mondo della salute, accorciando così le distanze tra specialista e paziente. Ma quali sono le questioni che interessano maggiormente i pazienti italiani? La gran parte delle domande riguarda l’intimità, la vita sessuale, l’assunzione di farmaci e il prezzo di particolari servizi medici e sono state rivolte alle seguenti categorie di medici e specialisti: dietologi, dermatologi, dentisti, psicologi, psichiatri, sessuologi, chirurghi plastici e ortopedici.
Curiosità dal resto del mondo
• La Polonia è l’unico Paese dove le prenotazioni da PC continuano a superare quelle da mobile (56% vs 44%).
• I ginecologi sono il gruppo di specialisti più ricercato online. Tra le specialità, nella top 5 mondiale appaiono l’otorino (5,11%) in Turchia, lo psicologo (4,73%) in Spagna, l’urologo (rispettivamente 4,48% e 6,09%) in Messico e Brasile e, sempre in Brasile, al terzo posto della classifica c’è il pediatra (5,05% delle ricerche).
• In tutto il mondo il paziente 3.0 è un internauta, agisce sui social networks, condivide opinioni e commenta attivamente.
“È molto interessante capire come evolvono i pazienti nell’era della digitalizzazione. Questo studio ci ha fornito spunti importanti da un lato per capire meglio il nostro mercato di riferimento e dall’altra per offrire un servizio sempre migliore, educando la categoria dei medici su quello che l’utenza richiede” dichiara Luca Puccioni, Country Manager di MioDottore.it. “Si parla molto di Health Tech ma troppo spesso in maniera empirica. Attraverso questa ricerca abbiamo voluto far leva sui dati di cui disponiamo per scattare una fotografia reale del nostro Paese e fornire risposte concrete alle esigenze del paziente moderno,” conclude Puccioni.
Cosa aspettarsi dalla trasformazione digitale? Quale impatto ha per le aziende e come queste possono attrezzarsi per fronteggiare i cambiamenti dell’economia digitale? Questi e molti altri saranno gli interrogativi attorno cui si svilupperà il face-to-face dedicato alla trasformazione digitale che aprirà il Forum della Comunicazione 2017, in programma per il prossimo 8 giugno a Milano presso il Palazzo Lombardia.
A confrontarsi in un dibattito sul tema, attualissimo, di come la trasformazione digitale stia plasmando le imprese, saranno Sandro De Poli, Presidente e Amministratore Delegato GE Italia e Israele, e Luisa Arienti, Amministratore Delegato SAP Italia, che offriranno il loro punto di vista privilegiato per aiutarci a capire come le aziende possono affrontare la trasformazione digitale, trarre il meglio dai cambiamenti in atto e riuscire a coniugare le competenze di oggi con le innovazioni del domani.
“La trasformazione digitale è indubbiamente una grande opportunità, che è necessario cogliere se vogliamo che il nostro Paese e le aziende italiane restino competitive. È difficile predire quale impatto avrà sull’occupazione, l’unica certezza è che si lavorerà in sistemi industriali ottimizzati per ottenere massima efficienza e qualità. Le aziende hanno quindi la responsabilità di fornire alle proprie persone le competenze e le conoscenze che permettano loro di operare in questo nuovo contesto digitale. Solo così è possibile migliorare sia la qualità del lavoro che la produttività” – commenta Sandro De Poli, Presidente e Amministratore Delegato GE Italia e Israele – “GE sta guidando la trasformazione digitale in atto nel mondo produttivo connettendo macchine, dati e persone, in modo da rendere le performance operative migliori, più veloci, più sicure e affidabili. Dopo aver costituito, a fine 2015, la nuova divisione GE Digital, GE ha iniziato la trasformazione partendo dai propri centri produttivi che, grazie a Predix, la piattaforma cloud per l’Industrial Internet, sono diventate delle Brilliant Factory”.
“Il ritmo della digital transformation sta accelerando, i consumatori digitali stanno imponendo nuovi modelli di relazione e comunicazione con i propri brand. E’ quindi importante per le aziende riuscire a tenere il passo con le giuste strategie e strumenti innovativi” – dichiara Luisa Arienti, Amministratore Delegato SAP Italia – “SAP è da sempre impegnata ad aiutare le imprese a sviluppare una comprensione intima e contestuale dei propri clienti, ad offrire una customer experience appagante e di forte impatto emotivo nelle diverse fasi di coinvolgimento del customer journey e sui canali diversi – sia digitali che fisici – in modo integrato
In occasione di Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit, il summit internazionale sulla food innovation in corso fino all’11 maggio, Just Eat fa il punto sul mercato del digital food delivery e approfondisce futuro e nuovi trend, rinnovando l’impegno nell’abilitare nuove frontiere di consumo. Al centro dell’intervento di Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia, i temi della varietà e della scoperta che stanno aprendo una vera e propria era della food variety, sostenuta e amplificata dall’abilitatore della tecnologia.
La varietà, cioè ordinare da ristoranti diversi e la scoperta, generano infatti un incremento medio della spesa media del +56% e un volume di affari per i ristoranti pari a 50 milioni di Euro. Due comportamenti con un potenziale di 1,77 miliardi di Euro su base annua, (dato elaborato da Just Eat nel 2016 con GFK-Eurisko, che ha stimato in 7 milioni di persone il potenziale del digital takeaway in Italia) come confermato dall’Osservatorio in collaborazione con ICRIOS – Bocconi. Variare e scoprire nuove culture alimentari sono ormai un trend chiaro: Il 74% delle persone che si affida al digital takeaway sente forte il bisogno di variare cibo e ristoranti, possibilmente di culture diverse, per scoprire nuovi gusti e culture (70%), per condividere sapori e cibi diversi con gli amici (63%), per cambiare spesso piatti ed ingredienti(60%).
Durante i quattro giorni di conferenze e incontri sui grandi temi legati al food e all’innovazione, Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia, sarà uno dei protagonisti della conferenza “E-commerce in food, from delivery to meal kits”, che si terrà il 10 Maggio dalle 16.30 alle 18.00 (sala food). Le sfide dell’e-commerce e le opportunità offerte nel settore alimentare saranno al centro di questo dibattito, in cui verrà sottolineata l’importanza del digitale come leva competitiva in grado di abilitare nuove opportunità di business per le aziende da una parte, e strumento in grado di rivoluzionare la food experience delle persone dall’altra. I player del mondo food stanno progressivamente accrescendo la consapevolezza del valore strategico della digital transformation, ma ancora necessitano di maggiore tangibilità su benefici e soluzioni che l’innovazione può offrire. Trasformare il momento dell’esperienza d’acquisto in un’esperienza straordinaria e indimenticabile è la sfida che il digitale pone al mondo del food, come confermato da Contini che spiega come il digital food delivery si stia dimostrando una risposta valida ai bisogni di varietà, scoperta e condivisione delle persone in tema di cibo.
“Gli stili di vita delle community odierne, sempre più alla ricerca di occasioni di condivisione, influenzano fortemente le abitudini di consumo in ambito food, oggi guidate dal desiderio di scoperta di nuove tendenze alimentari, capaci di rendere unica la food experience. In linea con questo trend, le nuove tecnologie rappresentano una leva per affrontare questa sfida, e iniziative che combinano il potere dell’innovazione con l’eccellenza della tradizione permettono di ampliare le possibilità per i consumatori. Oggi con un’offerta di più di 70 cucine disponibili e oltre 300.000 piatti, con Just Eat, soddisfiamo un pubblico sempre più esigente e alla ricerca di qualità e semplicità di utilizzo” spiega Daniele Contini Country Manager di Just Eat in Italia.
Durante il Summit le start up presenti avranno l’occasione di confrontarsi, e i loro progetti saranno riconosciuti durante la cerimonia di premiazione in chiusura della quattro giorni. In linea con i valori chiave della manifestazione Just Eat premierà la miglior start up con l’award “Best Innovation on Food Experience” dedicato al progetto in grado di rivoluzionare concretamente la food experience, grazie anche al suo carattere trasversale e di adattabilità, mettendo al centro l’innovazione tecnologica come reale abilitatore capace di rispondere ai bisogni di scoperta e varietà, elementi che influenzano le scelte della community.
“Il premio da noi promosso e sostenuto rimanda in primis alla mission di Just Eat, ovvero costruire la più grande food community globale basata su valori quali la scoperta e varietà, entrambi sostenuti dall’innovazione che li rende una vera e propria esperienza. Nell’ambito di Seeds&Chips abbiamo scelto di premiare la start up che meglio si è distinta per la capacità di influenzare le attitudini di consumo grazie anche al suo carattere trasversale e di adattabilità impattando sulle esperienze sensoriali.” conclude Niccolò Longoni, Innovation Manager di Just Eat Italia.
VMware, Inc. annuncia che Amadeus IT Group, importante partner tecnologico per l’industria mondiale del travel, ha implementato un cloud privato basato su VMware Integrated OpenStack per supportare iniziative di digital transformation. VMware Integrated OpenStack ha fornito ad Amadeus il percorso più veloce per supportare i carichi di lavoro VMware vSphere in un cloud OpenStack API-driven.
“Amadeus Cloud Services ci consente di essere innovativi e di avere la responsabilità end-to-end di ciò che stiamo facendo”, ha dichiarato Wolfgang Krips, senior vice president, Global Operations, Amadeus. “La stabilità è un aspetto importante e prodotti come VMware Integrated OpenStack e NSX ci aiutano a raggiungere il livello che i nostri clienti si aspettano“.
Con sede a Madrid, in Spagna, Amadeus è una società IT dedicata all’industria mondiale dei viaggi. Le soluzioni della società migliorano le prestazioni aziendali di agenzie di viaggio, aziende, compagnie aeree, aeroporti, alberghi, ferrovie e altro ancora. I clienti si affidano alla tecnologia e ai servizi di Amadeus per tutta l’esperienza di viaggio, dalla ricerca iniziale alla prenotazione, dal prezzo e dalla biglietteria alla gestione delle prenotazioni, e dal check-in alla partenza. I sistemi Amadeus processano quasi quattro miliardi di transazioni ogni giorno.
Amadeus ha implementato un cloud privato per soddisfare le esigenze evolutive dei clienti interni ed esterni. I clienti hanno richiesto un rapido accesso alle risorse e ai servizi IT, all’automazione end-to-end per l’integrazione continua e la consegna continua (CI / CD), il supporto per applicazioni cloud-native di nuova generazione ed elevata disponibilità per applicazioni e servizi. L’azienda ha costruito la base del suo cloud sul software VMware per soddisfare queste esigenze.
La piattaforma Infrastructure as a Service (IaaS) della società è alimentata da VMware Integrated OpenStack, VMware NSX, VMware vSAN e VMware vSphere. Sostenitore di progetti open source, Amadeus ha scelto OpenStack perché voleva una piattaforma che favorisse lo sviluppo agile. Dopo un’ampia revisione delle distribuzioni OpenStack, Amadeus ha scelto la distribuzione OpenStack per la sua facilità di implementazione e integrazione con vSphere e NSX.
Utilizzando VMware NSX con VMware Integrated OpenStack, Amadeus ha aumentato notevolmente la flessibilità e l’agilità aziendale, consentendo agli utenti di accelerare i carichi di lavoro con tutte le reti virtuali associate e i servizi di sicurezza on demand senza interventi manuali o processi time-consuming. In particolare, Amadeus utilizza VMware NSX per il routing logico distribuito e il firewall distribuito attraverso la sua piattaforma IaaS. OpenStack fornisce ad Amadeus una base stabile per abilitare applicazioni e servizi “always on” utilizzando funzionalità vSphere come vMotion per ridurre al minimo i tempi di inattività del carico di lavoro. Inoltre, Questa soluzione consente ad Amadeus di sfruttare le proprie risorse, le capacità e gli strumenti esistenti per implementare, gestire e aggiornare l’ambiente OpenStack senza la necessità di servizi professionali.
Nel complesso, la trasformazione dei data center di Amadeus ha aumentato la velocità di servizio ai clienti interni ed esterni. Utilizzando OpenStack, Amadeus ha automatizzato la configurazione e l’implementazione di intere applicazioni con modelli OpenStack Heat per ridurre il tempo di implementazione delle applicazioni da settimane a meno di un’ora.
“VMware è uno dei nostri partner di fiducia da oltre 15 anni“, ha aggiunto Krips. “E siamo davvero contenti di questo percorso fatto insieme verso la nuova generazione di piattaforme che contribuiranno a modellare il futuro del travel”.
Nexive si è aggiudicato una menzione speciale della giuria nel contesto della seconda edizione del Premio Chatbot Customer Service 2017, grazie a EVA, la soluzione per il Customer Service, realizzata in collaborazione con Assist, Customer Interaction Service Provider, che integra Intelligenza Artificiale e umana per rispondere al meglio alle esigenze e alle richieste dei clienti.
L’iniziativa, organizzata da Club CMMC – Customer Management Multimedia Competence – ha l’obiettivo di promuovere le migliori pratiche in tema di innovazione dei processi relativi alla relazione con il cliente interno, il mercato ed i clienti.
Introdotta sul sito di Nexive a Dicembre 2016, EVA è un’Assistente Virtuale che offre un primo livello di supporto automatico al termine del quale l’utente che avesse ancora bisogno di aiuto può scegliere se inviare la sua richiesta online tramite form o proseguire con un operatore all’interno della chat. L’introduzione di EVA ha consentito a Nexive di rispondere in modo efficace a oltre il 50% delle richieste, offrendo ai propri clienti una modalità veloce, disponibile 24 ore su 24, per richiedere informazioni sullo stato di avanzamento delle spedizioni.
EVA si affianca al già esistente canale SMS, lanciato nel 2015, basato sul servizio Message4Assist: collegato ad un motore di riconoscimento semantico che dialoga in tempo reale con la piattaforma logistica di Nexive, il servizio è in grado di gestire in automatico le richieste di informazioni sullo stato della spedizione e sulla data di consegna prevista. Messaggi o criticità che necessitano di una gestione manuale vengono trasferiti ad un operatore in una fase successiva.
La violazione dei dati si conferma un problema che le aziende non possono più ignorare, sia in termini di business, per il potenziale impatto negativo che la perdita o l’uso improprio di documenti sensibili potrebbe causare, sia dal punto di vista economico. Secondo il Cost of Data Breach 2016, lo studio annuale condotto dal Ponemon Institute su 383 aziende in 12 paesi, il costo complessivo dovuto alle violazioni di dati – data breach – ha raggiunto i 4 milioni di dollari, aumentando del 29% rispetto al 2013. Per supportare le aziende a migliorare il livello di sicurezza dei propri dati, Nuance Communications, Inc., principale fornitore di soluzioni vocali e documentali, ha individuato tre elementi critici che se non adeguatamente monitorati e gestiti possono trasformarsi in possibili minacce: dipendenti, dispositivi multifunzione (MFP) e reti.
Dipendenti, il “nemico” spesso si nasconde in casa
Sebbene spesso si tenda a sottovalutare l’impatto delle minacce interne in favore di quelle esterne, le cattive abitudini di lavoro dei dipendenti possono concorrere a mettere a repentaglio la sicurezza dei dati aziendali: un sondaggio condotto da Globalscape rivela, infatti, che sono milioni i dipendenti che utilizzano quotidianamente canali non sicuri e strumenti di uso comune per inviare documenti riservati, “cedendo” il controllo di informazioni aziendali a forze esterne. In particolare, l’80% dei rispondenti dichiara di utilizzare la propria mail personale per inviare documenti di lavoro sensibili almeno una volta al mese, mentre quasi il 50% ricorre a canali non protetti (chiavette USB, Dropbox, ecc.) per il trasferimento di file confidenziali diverse volte durante la settimana. Vulnerabilità interna e negligenza si confermano un reale pericolo per l’azienda anche secondo una ricerca condotta dal Ponemon Institute coinvolgendo quasi 2.500 dipendenti d’azienda negli Stati Uniti e in Europa: il 71% degli intervistati ha infatti dichiarato di avere accesso a dati che non dovrebbe vedere, e più della metà ha aggiunto che questo accesso è frequente o molto frequente.
Dalle minacce tradizionali a quelle più moderne
Se in passato gli attacchi alla sicurezza dell’infrastruttura informatica di un’azienda erano sporadici, oggi il numero di intrusioni dannose è cresciuto notevolmente. Secondo il Cost of Data Breach 2016, il 43% delle aziende prese in esame ha subito, nel corso del 2015, una violazione di dati in seguito ad attacchi informatici registrando notevoli perdite in termini di opportunità ed entrate. Nel valutare i rischi in ambito di cybersicurezza, gli esperti del settore dichiarano che le principali minacce provengono dai vettori di attacco “tradizionali” come spam, email e bug come Heartbleed/OpenSSL e Shellshock/Bash che creano notevoli problemi di sicurezza producendo a loro volta nuovi vettori di attacco. Una violazione alla sicurezza può costare ad un’azienda non solo una perdita in produttività e dati, ma causare anche danni irreparabili alla propria immagine compromettendo la continuità delle relazioni con l’ambiente esterno – clienti e fornitori. Dal momento che la scarsa conoscenza porta a sottovalutare il problema della sicurezza, prevenire e proteggere implica conoscere a fondo i possibili pericoli.
Stampanti o dispositivi MFP violano la sicurezza
Mentre molte aziende sono consapevoli delle minacce provenienti dalla rete, sono poche quelle che conoscono i potenziali pericoli legati alle stampanti multifunzione (MFP) e agli altri dispositivi di stampa che, secondo InfoTrends, sono ormai più di 30 milioni tra Europa e Stati Uniti. Da un rapporto di Quocirca, emerge che le aziende non prestano adeguata priorità alla sicurezza di stampa – nonostante oltre il 70% di esse abbia sperimentato almeno una violazione di dati attraverso una stampa non sicura nel corso dell’ultimo anno. Dal momento che una stampante o dispositivo multifunzione (MFP) non protetto connesso alla rete aziendale può rappresentare un elemento estremamente vulnerabile e appetibile agli occhi di hacker esterni oltre che di minacce interne, è necessario intervenire anticipatamente e investire in opportune soluzioni di sicurezza.
“In un contesto aziendale moderno, dove la maggior parte dell’intera attività economica è supportata dalle Information Technologies, i dati e le informazioni rappresentano per l’azienda un valore che deve essere adeguatamente protetto. La perdita di dati può essere causata da diversi fattori e le aziende devono essere in grado di calcolare le potenziali minacce di ciascuno di essi in modo da orientarsi di conseguenza. A partire dall’esperienza dei clienti, Nuance è costantemente impegnata a offrire soluzioni all’avanguardia anche nell’ambito della sicurezza per aiutare le aziende a rimanere competitive sul mercato. Per esempio, per quanto riguarda l’ambito MFP, Equitrac e SafeCom di Nuance garantiscono una protezione ottimale della stampa, oltre ad aumentare l’efficienza e ridurre gli sprechi” ha dichiarato Giulio Moriggi, Country Manager di Nuance Communications per la region Italia-Iberia, divisione Desktop Solutions.
Mastercard e Oracle hanno annunciato il lancio di una partnership globale sviluppata per fornire esperienze di pagamento digitali semplificate per i settori dell’ospitalità e del retail.
Mastercard e Oracle si focalizzeranno inizialmente su 3 aree di interesse per ristoranti, hotel e negozi:
· Esperienze di pagamento in-store: Mastercard e Oracle svilupperanno e porteranno su larga scala innovative esperienze di pagamento in-store, tra cui Qkr! with Masterpass, App mobile che consente agli utenti di ordinare e pagare beni e servizi tramite i loro smartphone senza dover fare la fila. Tale integrazione renderà i pagamenti semplici, sicuri e convenienti eliminando i tempi di attesa dei consumatori.
· Efficienza operativa: invece che implementare soluzioni di pagamento separate per le operazioni in store e online, gli esercenti potranno beneficiare di soluzioni di pagamento digitali completamente integrati e di funzionalità di prevenzione anti-frode basate su Mastercard global Payment Gateway Services.
· Consistenza cross-channel: l’integrazione di Masterpass, la piattaforma globale di Mastercard per l’e-commerce, all’interno dei prodotti e soluzioni di Oracle consentirà agli esercenti di offrire ai loro clienti esperienze semplici e senza interruzioni sui diversi canali, durante le fasi di checkout.
Microsoft House, la nuova sede di Microsoft Italia inaugurata a Milano in Viale Pasubio 21, nel dinamico quartiere di Porta Volta, è uno spazio aperto alla collaborazione tra le persone, un luogo di confronto per aziende e cittadini sulle opportunità offerte dal digitale.
Microsoft House occupa il primo edificio italiano progettato da Herzog & De Meuron, affiancandosi a quello della Fondazione Feltrinelli. Un primo elemento che caratterizza la nuova sede è l’inusuale proporzione tra i piani e gli spazi per i dipendenti e quelli aperti al pubblico, equamente distribuiti. Studiata nell’ottica dell’apertura, dell’inclusione e della totale integrazione con l’ambiente esterno, risulta unica nel suo genere e riflette immediatamente la rilevanza che il valore dell’open innovation ha per l’azienda.
Il trasferimento di Microsoft, che si inserisce nella cornice del progetto di valorizzazione dell’area di Porta Volta, contribuendo all’obiettivo di creare un nuovo polo di innovazione nel cuore e centro nevralgico del business di Milano, rappresenta un modello di azienda innovativo, fortemente ispirato dalle logiche di smartworking che contraddistinguono la filosofia di Microsoft, ma anche dalla volontà di rappresentare un punto di riferimento per i clienti, i partner, i consumatori, gli studenti di tutta Italia. Microsoft House sarà infatti uno spazio aperto alla collaborazione tra le persone, un luogo di confronto per aziende e cittadini sulle opportunità offerte dal digitale, un hub per i giovani che vogliono sviluppare l’innovazione in Italia e un laboratorio per tutti dove sperimentare il futuro per la crescita economica e sociale del nostro Paese.
Il progetto racchiude l’evoluzione dell’impegno che Microsoft Italia ha sempre avuto nei confronti dell’ecosistema con cui interagisce, testimoniato da numerosi progetti sviluppati nel tempo a sostegno di realtà diverse. Sono già 3.600 le start up supportate nel nostro Paese con 1.375 progetti d’impresa attivi, per un impatto occupazionale di 4.000 opportunità lavorative. Circa 6.500 sono le organizzazioni non profit che hanno beneficiato di donazioni tecnologiche per un controvalore economico del software pari ad oltre 67mila dollari. Nel complesso in Italia l’azienda ha un ecosistema attivo di 9.000 partner – parte del Microsoft Partner Network – per contribuire alla trasformazione digitale del nostro Paese.
L’obiettivo della nuova sede è dunque di riuscire ad amplificare ed accelerare l’interazione e il dialogo con tutti gli interlocutori, per abilitare un percorso di crescita per l’Italia. La centralità dell’Italia per Microsoft è testimoniata anche dall’attenta scelta dei materiali, dei sistemi e degli arredi, tutti rigorosamente “Made in Italy”. Dai top designer italiani fino alla scelta dei fornitori per finiture e impiantistica, Microsoft House è uno showcase della creatività, dell’ingegno e dello stile italiano.
Microsoft ha annunciato l’arrivo di una nuova dashboard digitale per la privacy che consentirà, tramite i servizi Microsoft, di visualizzare e controllare i dati raccolti dall’azienda.
L’utente potrà supervisionare la condivisione delle informazioni sulle proprie attività, tra cui la localizzazione, le ricerche, la navigazione e gli appunti di Cortana.
Grazie a Windows 10 verrà introdotta una nuova esperienza di organizzazione della privacy che semplifica i livelli di dati di diagnostica e riduce ulteriormente la quantità di dati raccolti al livello Basic. Queste novità saranno presto implementate in versione beta nella build per Windows Insider, e verranno poi rese disponibili a tutti gli utenti non appena arriverà il Windows 10 Creators Update.
La Dashboard Digitale Per La Privacy
Microsoft riconferma il proprio impegno nella trasparenza in materia di privacy proponendo una nuova dashboard digitale, che permette all’utente di consultare e amministrare i propri dati in modo semplice e veloce.
Con l’autenticazione all’account Microsoft, si ha infatti accesso alla sezione e si possono visualizzare e cancellare dati quali la cronologia di navigazione e delle ricerche, la geolocalizzazione e gli appunti di Cortana. Il tutto da un unico account. Si tratta di un primo ampliamento della gamma di strumenti finalizzati a rendere i dati relativi a servizi e prodotti Microsoft visibili e controllabili.
Il Creators Update e la nuova gestione della privacy
Le semplificazioni delle impostazioni di privacy che verranno introdotte con il Creators Update rinnovano l’impegno di Microsoft per garantire agli utenti la massima trasparenza, affinchè le persone possano prendere decisioni informate sulla privacy nel modo più facile possibile.
L’Update offrirà una nuova esperienza di organizzazione della privacy che permetterà all’utente di scegliere le impostazioni più adatte alle proprie esigenze, sostituendo il precedente Express Setting. Verrà inoltre semplificata la raccolta Microsoft dei dati di diagnostica che passerà da tre livelli a due: Basic o Full. Infine, per il livello Basic verrà implementata un’ulteriore riduzione dei dati raccolti, limitandoli alle informazioni indispensabili per il funzionamento di Windows.
Microsoft crede fermamente nell’impegno a tutela della privacy dei propri utenti e sceglie di fornire alle persone opzioni di scelte chiare e strumenti di facile utilizzo per dare a tutti il controllo su come le informazioni vengono raccolte e usate.